Una delle caratteristiche che rende maggiormente appetibile un giovane calciatore è quella della personalità, quante volte in passato abbiamo visto talenti purissimi sparire dal calcio che conta a causa di un carattere troppo introverso o, per andare da un estremo all’altro, troppo focoso, ecco, oggi vi parlerò di un giocatore che unisce alla perfezione personalità e talento, sto parlando di Carlos Soler, centrocampista del Valencia che in una stagione non proprio positiva per la sua squadra sta comunque trovando il modo per emergere grazie a capacità tecniche smisurate e soprattutto ad un controllo delle proprie azioni ed emozioni durante il match che farebbe pensare ad un “anziano” del mestiere.
Prima di scoprire insieme quello che sta combinando questo ragazzo nella stagione in corso però, vorrei presentarvelo descrivendovi i passi più importanti di una carriera che è solo agli inizi ma che lascia presagire grandi cose.
Carlos nasce a Valencia il 2 gennaio del 1997 iniziando a calciare i primi palloni con il nonno Rafael all’età di 5 anni, quest’ultimo diventerà molto importante per la carriera calcistica del nipote, Carlos andava, infatti, proprio con suo nonno a vedere le partite del fratello maggiore Alex a circa 6 km da casa e proprio nell’attesa della partita si divertiva a calciare palloni potenti e precisi verso il nonno tanto che la gente del posto ammirava quel “piccoletto” in grado di trattare il pallone come pochi. A questo punto ecco che arriva la chiamata della squadra del posto, il Querubin, ed è proprio nonno Rafael a convincere un introverso Carlos ad accettare l’offerta, come? promettendogli un game boy, “se accetti te lo compro”, ed ecco che Carlos Soler inizia la sua carriera calcistica.
A 5 anni balzava subito all’occhio che questo ragazzino fosse troppo superiore ai suoi compagni e proprio per questo, molto spesso e se gli impegni lo consentivano, giocava sia con la sua squadra che con quella composta da giovanotti di 2 anni più grandi. Proprio in una di quelle partite, contro il Benjamin C, una squadra sotto le ali del Valencia, Carlos ammaliò alcuni osservatori dei Pipistrelli che assisterono ad un vero e proprio dominio visti i 3 gol con cui il “piccoletto” annientò la squadra avversaria. A fine partita fu proprio nonno Rafael a lasciare a bocca aperta i suddetti osservatori che alla domanda “quanti anni ha quel ragazzino?”, rimasero esterrefatti dinnanzi alla risposta del nonno, “5”, questo è stato sicuramente il momento decisivo per Carlos che da quel giorno in poi legherà il suo futuro al Valencia.
A 7 anni, dunque, entra a far parte delle giovanili del Valencia dove gioca da attaccante segnando circa 500 gol e fornendo ai compagni un centinaio di assist. Nel corso della sua crescita prima Rubén Mora lo arretra nel ruolo di trequartista e poi Ruben Baraja, 263 partite e 41 gol con la maglia del Valencia, lo reinventa come regista davanti alla difesa nell’anno in cui Carlos giocava nel Juvenil A, l’equivalente della nostra Primavera.
Nel seguente video potrete ammirare Carlos nei sui primi anni nelle giovanili del Valencia, siamo certi che vi stupirà per tranquillità nel trattamento della palla e per la tecnica sopraffina.
Nella stagione 2015/2016 Carlos diventa pianta stabile del centrocampo del Valencia B allenato da Curro Torres e nel periodo in cui invece, proseguendo nella sua carriera in età sempre molto giovane, viene allenato da Miguel Angel Angulo, Carlos comincia seriamente ad attirare l’attenzione di Gary Neville e Ayestaran, i due allenatori che in quel periodo si alternavano alla panchina del Valencia. Arrivano cosi i primi allenamenti con la prima squadra e le prime convocazioni con i grandi.
Nel periodo estivo che ha anticipato la stagione in corso Carlos si è fatto notare eccome stupendo soprattutto Cesare Prandelli, allenatore del Valencia ad inizio stagione, che decide di farlo esordire sia nella Liga che nella Copa del Rey, da qui Carlos Soler comincia la sua scalata verso il posto da titolare in una delle squadre più importanti d’Europa.
Parlandovi dal punto di vista tecnico di Carlos possiamo dirvi che l’attuale numero 18 del Valencia è un centrocampista in grado sia di impostare che di aiutare la squadra nella fase difensiva, è dotato di capacità tecniche incredibili che, abbinate ad una personalità da grande, gli permettono di calciare punizioni eccellenti e compiere giocate che stanno letteralmente facendo impazzire il Mestalla. Con le sue progressioni palla al piede è in grado di creare scompiglio in qualsiasi difesa oltre che dare una scossa ad un Valencia che quest’anno ha pochi motivi per sorridere visto soprattutto l’inizio choc di stagione, uno dei punti da cui ripartire però è proprio Carlos Soler, un 20 enne con il carisma da veterano che ci auguriamo possa continuare a crescere per vederlo all’opera in partite sempre più importanti.
Per concludere questo mio racconto di uno dei giovani più interessanti dell’intero panorama mondiale, vi propongo la visione di quello che fino ad ora è sicuramente il suo gol più bello con la maglia del Valencia, nella partita contro il Celta Vigo sul risultato di 2-2 a pochi minuti dal termine, Carlos, compiendo un movimento in profondità da attaccante e dopo essere servito splendidamente in profondità da Enzo Perez, decide di deliziare l’intero Mestalla con un tocco sotto che batte l’incolpevole portiere ospite, 3-2 e tripudio Valencia, Carlos Soler non è più il “piccoletto” introverso ma un ragazzo che pensa come un uomo e gioca come un fuoriclasse.
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