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Capitan Zeca dice addio alla Grecia!

A volte il destino riserva delle sorprese incredibili. Chiedetelo a José Carlos Gonçalves Rodrigues, as known as Zeca, che dal 2011 veste (pardon, vestiva) la maglia del Panathinaikos di cui peraltro era anche il capitano. Mercoledì 14 marzo 2017 prestava ufficialmente giuramento da cittadino greco, naturalizzato, e dunque si metteva implicitamente a disposizione del commissario tecnico ellenico Michael Skibbe al fine di poter giocare con Το Πειρατικό. Puntualmente sarà convocato, contro il Belgio, match in cui esordirà e al termine del quale si concederà ai microfoni di Cosmote Sport: “Sono molto felice perché è stato bellissimo per me giocare oggi la prima partita con la Nazionale. Qualcosa di molto bello, che ricorderò per sempre, perché ero accanto ai miei compagni di squadra. Ho provato i brividi davanti all’inno nazionale. Voglio dire un grande grazie a tutti, ai greci in Grecia e in tutto il mondo, perché ce ne sono anche in altri paesi. Darò tutto per questa maglia”.

Il passaporto di Zeca non è però stato un qualcosa di dovuto principalmente a permettergli di giocare con la Grecia, visto che pare che il Portogallo l’abbia sempre snobbato. Solo un calciatore prima di lui era stato naturalizzato dall’Ellas (Daniel Batista Lima, ex attaccante capoverdiano ma interamente militante in Super League: Ehnikos Pireo, AEK, Olympiakos, ancora AEK ed infine Aris Salonicco), con le norme che nel frattempo sono cambiate e hanno permesso che il capitano del Panathinaikos divenisse greco a tutti gli effetti dopo sei anni spesi a giocare nel paese. Ecco, per l’appunto: Zeca non è solo un centrocampista della nazionale ellenica, ma è un greco a tutti gli effetti. In QUESTO video, che vi propongo, lo si vede chiaramente rispondere correttamente a domande inerenti non solo la storia del paese, ma perfino cucina, arte e curiosità. Gli chiedono dell’Acropoli, del Partenone, di alcune ricorrenze storiche e, a discapito di una pronuncia magari non perfetta, i contenuti ci sono tutti. Addirittura in molti hanno plaudito un calciatore che, pur portoghese, conosca tratti della Grecia che alcuni ragazzi delle scuole superiori potrebbero certamente non sapere. Che poi, come segnalano alcuni, basterebbe pure sapere soltanto la lingua: figuriamoci cantare l’Imnos is tin Eleftherian (Ύμνος εις την Ελευθερίαν, celebrazione della Libertà nonché inno ellenico dal 1864).

Zeca, ad Atene, era approdato nel lontano luglio 2011. Fa sorridere pensare come il suo acquisto, per 380mila euro al Vitoria Setubal, sia stato voluto dal tecnico portoghese Jesualdo Ferreira per il talento ma pure per una componente determinata dalla comune patria. Insomma, una classica figurina da aggiungere allo spogliatoio soltanto per aver qualcuno con cui parlare la stessa lingua. Chi avrebbe potuto credere che da lì a questa parte sarebbe diventato un’icona del calcio, un gigantesco trifoglio in un’Atene stradominata dal Pireo, una vera e propria perla in un centrocampo spolpato come pochi? Dopo l’addio di Loukas Vyntra ha ereditato la fascia di capitano al braccio, guidando i biancoverdi in imprese rimarcabili e non. E’ sopravvissuto a smantellamenti dovuti a campagne acquisti dissennate o forse rivoluzionarie nel senso più lato del termine, ha alzato la Kypello Ellados da capitano il 26 aprile 2014 ai danni del PAOK, ha rinnovato varie volte il contratto mostrando un legame forte col club sebbene arrivassero pure offerte economicamente più allettanti, si è sempre distinto come uno dei volti principali del team.
Tutto questo fino a ieri, quando il Copenhagen ne ha annunciato l’acquisto. I danesi, reduci dal fallimento in Champions League, hanno rinforzato la difesa con Vavro e l’attacco con Martin Pusic: a centrocampo, invece, la prima teoria ipotizzata e poi concretizzatasi è stata quella di Zeca. Il Panathinaikos non ha inizialmente negato l’esistenza di un accordo, la trattativa è rimasta aperta e in generale chi vi scrive ritiene che il club ateniese non abbia fatto carta false per trattener in rosa il suo capitano. Alla fine della storia, dunque, ecco il finale più pronosticabile: Zeca in Danimarca. Smentite, speculazioni, indiscrezioni segrete ma poi misteriosamente trapelate, infine una proposta vicina al mezzo milione di euro. Alla fine pare che l’entità della cifra sia di 1,5 milioni e che il calciatore abbia firmato un contratto di quattro anni. Il Pana del resto aveva già fatto sapere di voler riempire il vuoto lasciato dalla partenza del numero 10, una voragine a dire il vero, ma di dar priorità all’acquisto di un’ala. In tutto questo, peraltro, servirebbe un difensore centrale…

“Il Panathinaikos FC annuncia un accordo col Copenhagen per la vendita di Jose Carlos Goncalves Zeca. Il Panathinaikos ringrazia pubblicamente Zeca per lunga permanenza al club: è entrato nel team nell’estate del 2011 e nel corso di questo sei anni ha registrato 247 presenze e 9 reti con la maglia biancoverde, sollevando la Coppa di Grecia nel 2014. E’ stato per molti anni il leader della squadra, prendendo la fascia di capitano al braccio. Ora Zeca appartiene al Copenhagen, ma ha lasciato il segno al Panathinaikos. La sua abnegazione, il suo spirito combattivo e la leadership all’interno e all’esterno dell’area di gioco sono gli elementi chiave che lo rendono un esempio per tutti coloro che vogliono onorare la maglia del Panathinaikos. Il legame tra il Panathinaikos e Zeca non si rompe: desideriamo augurargli ogni successo nella fase successiva della sua carriera”.

Parallelamente, il sito della società ha riportato le parole del giocatore: Sono stato un membro del Panathinaikos negli ultimi sei anni e questi sono stati i migliori anni della mia carriera. Il Panathinaikos ha vissuto quasi tutto. Momenti di gioia, momenti di tristezza, successi e fallimenti. Abbiamo vinto una Coppa e cercato di mantenere la squadra ad alti livelli. Ho dato il massimo per la squadra e anche preso molto dei club. Ho amato il Panathinaikos e in realtà sono diventato uno dei suoi fan. Insieme a loro sono diventato un greco e ora ho l’onore di giocare per la squadra nazionale. Ma è giunto il momento di dire addio. Credo che il mio ciclo al Panathinaikos sia completato e ora è il momento giusto per il prossimo passo nella mia carriera. Il Copenhagen mi offre una nuova grande sfida che voglio sperimentare. Voglio ringraziare tutti i membri della famiglia del Panathinaikos. Lascio come leader del gruppo e vorrei mandare un messaggio al mondo che sostiene la squadra, affinché supportino i nuovi match che il gruppo affronterà quest’anno. Forse un giorno tornerò a combattere con il Panathinaikos. Anche se non sono più qui, io sarò sempre vicino alla squadra e gli appassionati per sempre”.

Matteo Albanese

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