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Calciomercato Roma, adesso si può spendere

Il calciomercato della Roma si è sbloccato: in tanti si chiedono il perché sia stato possibile investire quasi 100 milioni di euro. La dirigenza giallorossa ha speso, sinora, dieci volte di più rispetto alla scorsa estate. Come è possibile? La risposta è da rintracciare nel rispetto del settlement agreement e dell’abbattimento del Transfert Balance.

Roma, un percorso virtuoso e sostenibile

La UEFA prevedeva, dopo due anni, la verifica di un percorso virtuoso. La Roma ha dimostrato con i fatti una nuova filosofia fondata sulla sostenibilità: nel primo vero anno di Daniele De Rossi alla guida della squadra, il restyling è in funzione delle richieste del tecnico, del portafoglio e delle prospettive legate alla costruzione di un progetto che produca risultati ma anche ricchezza destinata a durare nel tempo. Dunque, abbandonato il percorso dei prestiti da instant team,  progetto bocciato dal campo, la Roma ha invertito a U.

Sono tantissimi i milioni defalcati:  basti pensare ai 7,5 di Lukaku, ai 3,6 garantiti a Renato Sanches, e ai tre percepiti (a testa) da Aouar, Spinazzola e Rui Patricio. L’abbassamento dell’asticella dei costi del personale ha alleggerito i conti quanto basta per spingere la UEFA ad abbattere il paletto del saldo positivo fra spese di mercato. Ovvero a rimuovere il cosiddetto Transfer Balance meccanismo che obbliga il club a un saldo, positivo per poter iscrivere un nuovo giocatore nella lista UEFA in sostituzione di un altro.

Calciomercato, mani non legate, ma non un “liberi tutti”

Tifoso Roma
Immagine | Ansa

Senza condizionamenti sul mercato, è evidente si possa operare con maggiore libertà rispetto alle precedenti stagioni. Non è comunque un “liberi tutti”, perché per altri due anni i conti giallorossi resteranno sotto la lente di ingrandimento della UEFA che ha semplicemente allentato la presa. Ecco perché bisognerà operare entro determinati criteri per controbilanciare le spese. E questo significa cedere evidentemente qualche calciatore anche perché è vero che non c’è più dunque l’obbligo di avere un’entrata senza una uscita, ma è altrettanto innegabile rientrare in determinati parametri.

Anche perché i ricavi, senza la Champions League, non saranno in aumento e dunque sarà necessario fare attenzione. Il che si tradurrà in almeno qualche uscita. E la “9” assegnata a Dovbyk è più di un indizio sul primo “big” pronto a partire. Abraham interessa al Milan ma ha anche diversi amatori anche in Premier, Zalewski e Bove hanno mercato e potrebbero essere utilizzati anche come pedine di scambio per arrivare a nuovi obiettivi come l’esterno destro: le ultime voci, in tal senso portano a Calabria (con conguaglio alla Roma per la cessione di Abraham) o Bellanova con “sconto” legato all’inserimento di Zalewski nella trattativa con il Torino.

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