Arijon Ibrahimovic, Belahyane, Provstgaard. La Lazio non aveva bisogno di una rivoluzione sul mercato di gennaio e non c’è stata. Una finestra tuttavia quasi inedita per i biancocelesti che non hanno mai avuto, storicamente, uno straordinario rapporto con la sessione invernale.
La Lazio ha scelto un mercato funzionale alla causa. Serviva puntellare una rosa già competitiva, capace di vincere la fase campionato di Europa League e in lotta per il quarto posto. Il colpo è arrivato a centrocampo, esattamente dove serviva. Sfumato Casadei, è arrivato un altro under, Belahyane. Non è un calciatore che sposta gli equilibri ma Baroni deve dosare le forze di Guendouzi e Rovella, calciatori utilizzati ben oltre il limite dell’accettabile a questo punto della stagione. L’innesto del centrocampista, in questo senso, è una scelta assolutamente sensata. Conosce il calcio italiano, non ha bisogno di ambientamento, può permettere al tecnico, che fra l’altro già lo conosce avendolo allenato a Verona, di ruotare uomini e cambiare anche spartito attico. Esattamente quel che serviva, dunque, in vista di un calendario che presto diventerà fittissimo.
Il mercato della Lazio registra comunque un profondo cambiamento anche rispetto al passato. In generale, il percorso del mercato di gennaio non è mai stato molto battuto. L’arrivo di giocatori molto giovani rappresenta anche un evidente segno di discontinuità con il passato, spesso caratterizzato dall’assenza di investimento e l’arrivo, prevalentemente in prestito, di elementi in fase “autunnale”. Provstgaard è un difensore centrale di belle speranze, capitano della nazionale Under 21 danese, da valutare e plasmare. Anche in questo caso, la scelta ha un suo perché. Il ragazzo non dovrà essere immediatamente buttato nella mischia, complice anche un periodo di relativa calma. La Lazio, sino a fine mese, non sarà impegnata sui tre fronti, avendo evitato la tagliola play off in Europa League.
C’è tempo e modo, dunque, per rifiatare, lavorare su un piccolo richiamo di preparazione e assorbire i nuovi elementi all’interno del gruppo. Settimane di rincorsa per poi provare a ritrovare la brillantezza che ha caratterizzato i primi mesi e lanciarsi nel rush finale della stagione sperando di arrivare in fondo alle competizioni e, soprattutto, restare aggrappati al quarto posto che garantirebbe la qualificazione alla prossima Champions League. Partecipare all’Europa che conta potrebbe cambiare prospettive e investimenti, anche se la storia della Lazio, da questo punto di vista, non lascia molto spazio a voli pindarici.
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