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Il calciomercato ai tempi dei social network

C’era un tempo in cui il calciomercato aveva un altro sapore: gli affari sembravano essere relativamente più semplici, i trasferimenti molto meno criptici e gli addetti ai lavori decisamente più discreti. No, non si tratta di un elogio a quel romanticismo del calcio che fu, ma una vera e cruda constatazione di come i social abbiano cambiato volto anche alla grande macchina del mercato calcistico, trasformandolo in un aggrovigliato di incognite e misteri, u tranello in cui tutti, anche i più esperti, possono cadere.

L’importanza dei post sui social

Una parte fondamentale del “calciomercato moderno” è senza dubbio rappresentata dai vari post pubblicati da agenti, giocatori o presidenti sui vari social. Ci sono però post e post: prendendo in considerazione soprattutto Instagram e Twitter, i social decisamente più utilizzati in questi casi, gli aggiornamenti pubblicati possono essere più o meno criptici e molte volte rappresentano il mezzo tramite il quale una squadra comunica con i suoi tifosi ed ufficializza i nuovi arrivati.

Il vero problema però si pone quando a pubblicare aggiornamenti sui social sono gli stessi calciatori messi sul mercato: senza espliciti riferimenti, le foto e i vari post possono essere messi sotto i riflettori da giornalisti e opinionisti che, alla frenetica ricerca di notizie rilevanti, vedono in ogni aggiornamento un chiaro riferimento al mercato. Re in questa situazione è stato senza dubbio Paul Pogba, il centrocampista passato dalla Juventus al Manchester United per cifre da capogiro. Le foto postate dal francese di Instagram hanno mandato in tilt i media britannici, che per far notizia e cercare l’indiscrezione si aggrappavano ad un immagine in cui il giocatore aveva scarpe e berretto rossi, quasi come se volesse mandare un segnale alla sua nuova squadra.

Le parole dei familiari

Come se non bastasse, molto spesso sono le famiglie dei giocatori a rendere ancora più caotico il calciomercato. Sono tanti i casi di genitori, fratelli o semplici amici che, esprimendo la propria opinione, hanno creato dei veri e propri “casi di mercato” che hanno creato scompiglio fra i tifosi. Emblematico è stato il caso del padre di Lukaku, la punta di diamante dell’Everton: in piena estate Roger Lukaku aveva scritto alcuni post in cui diceva che suo figlio sarebbe stato perfetto nel sistema del gioco del Bayern Monaco o del Manchester United e ricordando l’interesse di club importanti come Atletico Madrid, Chelsea e Juventus.

Tantissime parole che traggono in inganno i tifosi e si spargono a macchia d’olio sui principali social, creando un’assurda frenesia che mobilita le masse, proprio come nel recentissimo caso che aveva come protagonista Cavani e il popolo napoletano: #hovistoCavani ha portato centinaia di tifosi sotto l’albergo dove qualcuno, senza conferme, avrebbe visto il giocatore, colpevole soltanto di aver espresso qualche parola d’affetto verso la sua vecchia piazza. Notte in bianco con il respiro sospeso, fino alla scoperta della verità: il calciomercato 2.0 è una macchina potente, una vera tempesta che sconvolge anche le trattative più semplice, il volto di un calcio che lascia le sue radici e si adatta alla perfezione alle innovazioni che hanno rivoluzionato tutto il mondo della comunicazione.

 

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