Ha fatto discutere molto negli ultimi tempi la decisione di Pablo Daniel Osvaldo, ex attaccante tra le altre di Inter, Roma e Fiorentina, di abbandonare la vita sportiva per cercare fortune nel mondo della musica. Dopo una carriera piuttosto costellata di strani atti, scelte e comportamenti, forse non dovremmo stupirci di questo strano futuro che attende l’ex attaccante nato a Lanus e con la cittadinanza italiana. La musica rock ha influenzato il mondo del calcio fin dai suoi albori: due mondi rivoluzionari, che ancora oggi appartengono almeno parzialmente alla gente. Entriamo ora nel dettaglio con svariati esempi, capeggiati dal caso Osvaldo, in cui calcio e rock si sono uniti indissolubilmente.
THE OSVALDO’S WAY: fin dai tempi in cui militava per i primi anni nel campionato italiano, Osvaldo è sempre apparso come un vero e proprio calciatore rock. Capello lungo e sbarazzino, atteggiamento un po’ ribelle e sguardi da star anche in mezzo al fango. Famosa era la sua passione per la musica: molte volte si è anche presentato, il giorno delle presentazioni con le sue nuove maglie, con stili decisamente rimandanti a ciò di cui stiamo parlando. Nel 2015, finita la sua parentesi all’Inter e messo fuori rosa dalla squadra milanese, era stato visto in Buenos Aires cantare e ballare sul palco insieme ad una band locale. Oggi, poco meno di due anni dopo l’accaduto, l’italo-argentino si è fatto una band tutta sua: di certo non ci aspettiamo di vedere Simba (dalla sua somiglianza con Il Re Leone, Batistuta) ai vertici delle classifiche mondiali, ma indiscrezioni parlano di un concerto di poche serate fa a Barcellona, e di molte altre date a breve termine. Un talento mai totalmente esploso e forse non fatto per essere inserito in un mondo pragmatico come quello del calcio sembra aver trovato la giusta strada nella vita. Buona fortuna a lui, che rimarrà di certo sotto i riflettori.
OASIS E MANCHESTER, UN AMORE DALLE DUE FACCE: particolare la vicenda che lega gli Oasis alla Manchester calcistica. Come ben si sa i fratelli Liam e Noel Gallagher sono tifosi sfegatati del City, e spesso si avvistano in tribuna all’Ethiad. In particolare Noel si esprime spesso ai microfoni di tv inglesi, ed espone i propri pareri sulla squadra allenata da Guardiola. Altro indizio che sta ad indicare il grande legame tra gli Oasis ed i Citizens è il coro dei blu di Manchester, Blue Moon, canzone composta nel 1934 in stile jazz. Nel 2011, a seguito del temporaneo scioglimento degli Oasis, la band Beady Eye, fondata da Liam fece una cover del pezzo: in tutto questo, tuttavia, c’è un rovescio della medaglia. Ormai qualche anno fa Wayne Rooney, bandiera del Manchester United ed ai tempi stella della squadra, si dichiarò grandissimo fan degli Oasis: la notizia certamente non fece piacere ai tifosi del Manchester City, anche perchè a parlare era uno scouser che dovrebbe interessarsi solo dei Beatles. La notizia controversa che in poco tempo fece il giro d’Europa tuttavia non portò a nessuna conseguenza, e Rooney probabilmente ascolta ancora la band di Manchester prima di importanti partite.
SLAVEN BILIC, NIENTE THE DELLE CINQUE PER MISTER WEST HAM: Slaven Bilic è in uno dei periodi più duri della sua carriera manageriale. Dopo una buonissima stagione con gli Hammers, si è ritrovato fuori dall’Europa League ancor prima dei gironi, ed in zona retrocessione quasi a metà del girone d’andata. Tuttavia, non chiede aiuto nè a psicologi nè apprezza rilassare la mente con un tranquillissimo the britannico. Nel tempo libero suona per una band hard rock croata, i Rawbau. Il gruppo ha anche un modesto successo in patria, e Slaven fa il chitarrista principale. Sarebbe stato molto più particolare se avesse martellato sulle pelle dei tamburi di una batteria, ma tant’è. Molto famoso un video su YouTube nel quale si esibisce nell’assolo di Knocking on Heavens Door, strappando una standing ovation al pubblico.
GEORGE BEST, IL CELEBERRIMO QUINTO SCARAFAGGIO: la storia che accomuna Best ai Beatles è dettata sia dalla vita ribelle dell’ala nordirlandese che dalla concomitanza temporale con la famosa estate del 1969. In quel breve lasso di tempo il mondo si ribaltò con la rivoluzione hippy, movimento con cui Best andava a braccetto. Non marginale neanche il taglio di capelli molto simile a quello dei membri della band inglese, e per il quale milioni di ragazzine impazzivano. Tra donne, alcool, e molte altri eccessi, George è ormai associato automaticamente alla band di Liverpool dagli amanti del calcio, nonostante sia una leggenda del Manchester United.
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