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Calcio e politica: Mbappe come Drogba?

Politica e calcio, Europa ed Europeo coincidono. La Francia è chiamata all’esordio nel torneo in un momento piuttosto turbolento  dal punto di vista politico al di là delle Alpi. E Mbappe lancia l’appello al voto. Una vicenda che ricorda quanto accaduto nel 2005 con Drogba.

Mbappe, Francia fra tensione popolare e appelli al voto

Dopo i risultati delle elezioni europee con l’affermazione del partito di Marine Le Pen, Il presidente Macron ha annunciato lo scioglimento delle Camere. Dunque fra poche settimane si tornerà al voto. La Federazione in teoria, aveva optato per il silenzio elettorale, consapevole della cassa di risonanza del calcio, scegliendo di restare super partes. A consumare lo strappo prima Thuram e poi Mbappe che hanno invitato la popolazione francese al voto, invocando anche la possibilità di esercitare il proprio dovere civico con una procura nella sede del ritiro di Paderborn. Una scelta che possa permettere ai calciatori di partecipare alle elezioni del 30 giugno, quando, con ogni probabilità, la nazionale di Deschamps starà preparando il proprio ottavo di finale in programma entro i primi giorni di luglio. Mbappé non ha lasciato spazio alle interpretazioni: “Siamo in un momento cruciale. L’Europeo è importante, ma siamo cittadini e non siamo scollegati da ciò che accade nel nostro Paese. Siamo una generazione che può scrivere la storia. Invito tutti a votare, a prendere coscienza della situazione. Dobbiamo identificarci con i nostri valori di rispetto. Spero che prenderemo la decisione giusta”.

Drogba: quando il calcio ferma le guerra

Didier Drogba
Immagine | Epa

Non è certo la prima volta che un calciatore è sceso in politica. Anzi a volte il rotolare del pallone è stato più forte del rumore delle armi, arrivando anche a un cessate il fuoco. La vicenda risale al 2005 quado la Costa d’Avorio è in piena guerra civile. Nord e sud del paese sono in lotta, separati non solo geograficamente. È una guerra religiosa ed economica fra il cattolico e ricco sud e il musulmano e arretrato nord. In una situazione drammatica, la nazionale si gioca la qualificazione ai mondiali del 2006. Arriva la storica vittoria per 3-1 sul Sudan che permette di staccare il pass. Non c’è niente da festeggiare, in un paese frammentato. Drogba, però, pronuncia un discorso storico: “Ivoriano, del nord e del sud, dell’est e dell’ovest, oggi vi abbiamo dimostrato che la Costa d’Avorio può convivere e giocare insieme per lo stesso obiettivo. Vi avevamo promesso che avremmo unito la popolazione. Vi chiediamo ora in ginocchio di deporre le armi e organizzare le elezioni. Tutto andrà per il meglio”. Un discorso che non passerà inosservato. Il messaggio di pace è recepito e raccolto dalla popolazione e fino al mondiale il paese vivrà una tregua.

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