La Nazionale di Luciano Spalletti si gole il… Buongiorno. Ha imparato a vincere ma anche a soffrire: 1-0 in Belgio, qualificazione ai quarti di finale con una giornata d’anticipo e un piede e tre dita anche sul primo posto nel girone dopo il pareggio fra Francia e Israele.
L’eredita dello stadio “Re Baldovino” è confortante. Arriva la conferma che l’Italia, come è accaduto in Francia scende in campo con lo spirito di gruppo giusto per seguire il proprio canovaccio e a prescindere del valore dell’avversario e dell’indice di difficoltà della partita. Questa squadra accetta il corpo a corpo. Il 3-5-1-1 permette agli azzurri di avere superiorità tecnica e fisica in ogni zona del campo. Si rivede soprattutto entusiasmo intorno a un gruppo che oltre a vincere le partite sta prendendo consapevolezza dei propri mezzi. L’istantanea del match è riassunta dalla prova di Alessandro Buongiorno: piazzato al centro della difesa, stravince il duello con Lukaku dopo aver cancellato Lautaro Martinez contro l’Inter. Il ragazzo si adatta al ruolo da centrale e accetta l’uno contro l’uno senza indietreggiare né concedere un solo centimetro. E se si considera che il difensore del Napoli non è un titolare, avendo davanti Calafiori, appare evidente come la qualità media sia assestata verso l’alto.
Esordio molto positivo anche per Rovella. Il centrocampista della Lazio è sceso in campo con personalità e si è posto immediatamente come più di un semplice rincalzo. In quel ruolo ci sono anche Ricci e Locatelli. Una abbondanza di soluzioni totalmente inattesa sino a poco tempo fa, assecondata dalle idee. Questa Italia ha un ampio ventaglio di scelta in ogni zona del campo, compresa quella che sembrava più povera, il centravanti dove si alternano Retegui e Kean. Allargando il range sugli altri reparti, in pochi possono permettersi di lasciare Udogie in panchina, ma a sinistra c’è Dimarco. Cambiaso a destra ha meno concorrenza, ma ha comunque raggiunto livelli altissimi. Buongiorno, che in teoria è il quarto di difesa si muove da veterano. Si è inserito nel contesto con la stessa facilità di Rovella, che si gioca il posto con Ricci, Locatelli, Fagioli. Senza dimenticare chi è rimasto a casa come Pellegrini. Se a questi ragazzi si aggiungono Barella e Frattesi, appare chiaro perché Spalletti abbia virato verso il 3-5-1-1 un modulo che privilegia le qualità di una nazionale scopertosi improvvisamente ricca di soluzioni: e i risultati si vedono.
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