Al giro di boa della stagione 2017/18 la classifica di Bundesliga è spezzata in due tronconi: dall’undicesimo posto in su c’è chi sogna l’Europa – con il Bayern Monaco saldamente al comando e dieci squadre in otto punti sotto di lui – mentre dal dodicesimo in giù aleggia lo spettro della retrocessione. Con il Colonia in coda e con le speranze ridotte al lumicino, rimangono uno slot per la retrocessione diretta ed uno per lo scomodo playout contro la terza classificata di 2.Bundesliga, un’insidia anche per le compagini più attrezzate tecnicamente: si chieda al Wolfsburg che per avere la meglio del Braunschweig nell’ultimo confronto ha faticato ben più di quanto messo in preventivo.
Proprio i Lupi sono anche in questa stagione una delle squadre che si ritrova a lottare per la salvezza. L’esonero di Jonker e la chiamata di Martin Schmidt ha fruttato buoni risultati soltanto in parte, visto il suo score di 15 punti in 13 partite con ben nove pareggi all’attivo (dieci complessivi). Il talento a disposizione del tecnico ex Mainz, oltre a un maggiore equilibrio, dovrebbe lasciare tranquillo il Wolfsburg almeno sulla carta: i verdi di Sassonia sono una delle squadre in grado di inanellare una striscia di risultati utili consecutivi per staccarsi dalla zona rossa e mettersi presto al sicuro.
Se il Wolfsburg è la mosca bianca, per le altre cinque in bilico la situazione sembra più di difficile lettura. Chi rischia maggiormente è per ora l’Amburgo, con 15 punti – contro i 19 del Wolfsburg – ed evidenti limiti strutturali che stanno impedendo a Gisdol di definire un assetto. Manca ad esempio un realizzatore continuo, oltre a un assetto difensivo che possa garantire solidità. La retroguardia non è statisticamente la peggiore della Bundesliga, ma sbanda in continuazione e il duo Mavraj-Papadopoulos ha mostrato carenze enormi sia in marcatura che a livello di posizionamento.
Problemi simili si riscontrano anche nel Mainz, che come l’Amburgo fatica a trovare un uomo chiave in attacco e varia spesso senza riuscire a definirsi del tutto. Nell’economia della squadra di Schwarz sta pesando soprattutto la partenza di Yunus Malli, ceduto lo scorso gennaio e mal rimpiazzato sul mercato. Non può bastare la crescita di Öztunali per raggiungere una salvezza difficile. Altra pecca del Mainz è l’inesperienza di vari elementi, su tutti Diallo e Gbamin, chiavi di difesa e centrocampo, oltre che del tecnico Sandro Schwarz, al suo primo anno in Bundesliga. L’assenza di qualche senatore si sta facendo sentire.
A 17 punti insieme al Mainz c’è lo Stoccarda, partito con un buon piglio ma calato alla distanza. La prima chiave di lettura per capire le difficoltà degli Svevi è da ricercare nel pessimo rendimento esterno: soltanto un punto in nove uscite, peggio anche del Colonia. I sedici punti in otto partite interne – sconfitte solo contro Bayern e Bayer – sono il settimo miglior score casalingo della Bundesliga, ma fuori casa qualcosa non funziona. La mossa di riportare alla base Mario Gomez può essere vincente per risolvere i problemi in fase realizzativa, vista la difficile ambientazione di Terodde nella massima categoria tedesca. L’ossatura è solida soprattutto tra difesa e centrocampo, potrebbero essere decisivi i dettagli.
Discorso simile si può estendere anche al Werder Brema, che dopo la cavalcata dello scorso girone di ritorno ha fatto fatica a ingranare. Ci è riuscito con Kohfeldt in panchina al posto di Nouri, sebbene sia stato troppo poco per uscire dai bassifondi della classifica. Gli attuali 15 punti posizionano il Werder al terzultimo posto, ma a Brema c’è una solida ancora di salvezza – in tutti i sensi – che risponde al nome di Max Kruse, uomo da 61 gol e 53 assist in 201 presenze in Bundesliga. Numeri che raccontano il suo talento e la sua tecnica. Oltre a questo, l’ex Gladbach sta mostrando un’ottima crescita sotto il profilo della leadership: se dovesse rimanere sano e non dovesse patire l’infortunio di Bartels, suo partner ideale per la capacità che ha di buttarsi negli spazi e fuori fino a fine stagione, il Werder avrebbe un’arma importante per raggiungere la salvezza.
Sta invece mettendosi particolarmente in luce dopo un inizio difficile il Friburgo, catapultato in Europa l’anno scorso e particolarmente impoverito dal mercato estivo con le partenze di Grifo e Philipp. Streich ci ha messo tempo a trovare un assetto e gli uomini giusti, ma gli undici punti nelle ultime cinque gare del girone d’andata hanno rappresentato un ritrovamento di certezze fondamentale. Al momento sono 19 i punti del Friburgo, ciò che preoccupa è il valore della rosa nel suo insieme: Streich sarà chiamato a un altro piccolo capolavoro per evitare il ritorno in 2.Bundesliga.
Ben più di un capolavoro servirebbe infine al Colonia, ultimo della classe a 6 punti e con poche speranze di salvezza. Dopo il disastroso inizio con 3 punti in 18 partite la squadra ha bisogno di un boost nel girone di ritorno che i recuperi degli innumerevoli infortunati potrebbero garantire solo in parte. La speranza è l’ultima a morire, ma al Colonia resta ormai soltanto quella, mentre l’affaire salvezza sembra più una questione tra le altre sei ancora in ballo.