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Bruno Pizzul, parla il figlio Fabio: “Diventò nonno durante Italia-Nigeria a Usa ’94”

Il ricordo commosso di Bruno Pizzul tracciato da Fabio, figlio dello storico e celebre telecronista scomparso di recente: “Mio padre raccontava il bello dello sport. Era legato a Roberto Baggio da una magica alchimia”

L’eco della recente scomparsa di Bruno Pizzul, storico telecronista e indimenticata voce del giornalismo sportivo italiano, risuona con un’intensità particolare in questi giorni. La sua morte, avvenuta lo scorso 5 marzo a Gorizia, ha suscitato un’ondata di affetto e ricordi da parte di colleghi, sportivi e tifosi, tutti uniti nel riconoscere l’impatto che Pizzul ha avuto nel panorama sportivo italiano. Fabio Pizzul, suo figlio che nella vita fa il politico e il giornalista, ha condiviso con alanews un ricordo toccante e personale, rivelando dettagli poco noti della vita del padre, sia come professionista che come uomo. Fabio ha parlato ai microfoni di alanews in esclusiva tracciando un racconto commosso del padre Bruno.

Bruno Pizzul e il calcio: un legame speciale

Fabio ha iniziato con un ricordo affettuoso: “È un ricordo affettuoso di un papà che ho scoperto di dover condividere con tanti, perché l’ondata di affetto che stiamo ricevendo in questi giorni dimostra che è entrato nelle vite di tante persone”. La figura di Bruno è stata parte integrante delle vite di molti, nonostante lui stesso non avesse mai cercato la notorietà. “Contrariamente all’immagine pubblica, mio padre parlava poco di calcio quando tornava a casa, preferiva dedicarsi alle piccole abitudini quotidiane”, ha proseguito. La sua vita privata era caratterizzata da un forte legame con Cormons, il suo “luogo del cuore”. Qui, insieme alla moglie Maria, era tornato a vivere circa dieci anni fa, trovando nella tranquillità della vita di provincia un rifugio dalle pressioni del mondo dello sport.

Fabio Pizzul, figlio di Bruno Pizzul | ANSA/MOURAD BALTI TOUATI – Footbola.it

La gioia di diventare nonno durante i Mondiali di Usa ’94

Uno degli episodi più significativi della carriera di Bruno Pizzul è legato ai Mondiali di calcio del 1994. “Durante la partita Italia-Nigeria, mentre gli Azzurri erano sotto 0-1, ho avuto la gioia di diventare padre per la prima volta. Mio padre ha vissuto quel momento in modo unico: mentre il mondo calcistico viveva tensioni e speranze, lui accoglieva l’arrivo di Dario, il mio primogenito. Gli Azzurri perdevano 0-1, ma dopo la nascita di Dario apprendemmo della rimonta della Nazionale”. Questo intreccio di emozioni, tra l’iniziale dramma sportivo e la gioia familiare, ha lasciato un segno indelebile nella memoria di entrambi.

Il figlio di Bruno Pizzul: “Mio padre legato a Roberto Baggio da una magica alchimia”

Nella mente di tutti, sono rimaste impresse le magie di Roberto Baggio raccontate dalla voce da telecronista di Bruno Pizzul: “I Mondiali del ’94 – racconta ad alanews il figlio Fabio – sono rimasti particolarmente impressi nella memoria di mio padre: per il lato sportivo ovviamente sono legati al rigore sbagliato da Baggio, ma dal lato personale alla nascita del suo primo nipotino, il mio primo figlio Dario. Roberto Baggio ha espresso parole di stima per mio padre, riconoscendo la magica alchimia che li legava, avendo condiviso probabilmente i momenti più alti delle loro rispettive carriere proprio con i Mondiali di calcio del 1990 e del 1994”.

Il legame con la Rai e i colleghi del giornalismo sportivo

Quando si tratta di eredi professionali del padre, Fabio ha espresso un certo scetticismo perché ritiene difficile individuare un suo vero erede professionale nel panorama attuale del giornalismo sportivo, dato il cambiamento del calcio e con esso anche del modo di raccontarlo, ma “ha sempre avuto grande stima per Marco Civoli, con cui condivideva la scrivania in Rai, e Stefano Bizzotto”, ha affermato. Tuttavia, ha menzionato con affetto proprio Marco Civoli e Stefano Bizzotto, colleghi con cui Bruno ha condiviso non solo la scrivania in Rai, ma anche una profonda amicizia e stima reciproca.

Un aspetto interessante della carriera di Pizzul è appunto il suo rapporto con la Rai. “Per lui, la Rai era Corso Sempione, non Viale Mazzini, Saxa Rubra o Via Teulada. Secondo mio padre, la Rai era a Milano e si è sempre mantenuto lontano dalle polemiche che lui definiva ‘romane’”, ha detto Fabio, evidenziando come Bruno abbia sempre mantenuto un legame affettivo con Milano. “Per lui, lo sport era ‘tutto molto bello’”, ha continuato Fabio, “ Un’espressione che nasceva da una sua intuizione filosofica con cui vedeva nell’inutilità dello sport qualcosa che però era capace
di regalare momenti di spensieratezza e scintille di felicità e di far stare bene le persone”.

Bruno Pizzul: un’eredità che vive nei ricordi

Fabio ha infine condiviso ai microfoni di alanews la sua scelta di non seguire le orme del padre nel giornalismo sportivo. “”Personalmente non ho seguito le sue orme da giornalista sportivo per non essere quello che prendeva la scia del papà, ma anche il mio percorso politico è stato casuale. Lui guardava la mia carriera con grande interesse e simpatia, ma anche con grande distacco”. Questo distacco riflette non solo la sua personalità, ma anche un rispetto profondo per le scelte e i percorsi di vita degli altri, un atteggiamento che Bruno Pizzul ha dimostrato di avere anche nei confronti degli sportivi e della loro carriera.

La scomparsa di Bruno Pizzul segna la fine di un’epoca nel mondo del giornalismo sportivo, ma il suo lascito vive attraverso i ricordi di chi lo ha conosciuto e amato, e attraverso le emozioni che ha saputo trasmettere con la sua voce, capace di dare vita ai momenti più intensi dello sport italiano.

Redazione Footbola

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