Durante tutta la sessione estiva di mercato il nome di Bruno Fernandes è stato quotidianamente accostato al Manchester United. Finché, nella decisiva ultima settimana, qualcosa sembrava essersi smosso. Alcuni dei maggiori quotidiani sportivi davano l’affare per concluso, con il giocatore portoghese che avrebbe dovuto imbarcarsi per l’Inghilterra il prima possibile per firmare un nuovo contratto e cominciare la nuova avventura con i Red Devils.
Eppure l’affare non è mai stato ufficializzato. Bruno Fernandes è rimasto allo Sporting Lisbona e, nonostante la distrazione Red Devils, ha iniziato la stagione come l’aveva finita: segnando e facendo segnare. Un gol e 4 assist nell’inizio di stagione in cui indossa anche la fascia di capitano: idolo totale dei tifosi dello Sporting, nonostante la sua storia con i colori biancoverdi duri solamente da tre anni.
Perché Bruno Fernandes, per uno strano destino della propria carriera, non si è formato in Portogallo per poi cercare fortuna in un altro campionato, ma è partito dall’Italia per poi tornare a casa. La storia di Bruno parte a Novara, per poi continuare ad Udine e poi a Genova, sponda blucerchiata. Gol e giocate, seppur non accompagnate da una grande continuità, per convincere lo Sporting a richiamarlo in Portogallo.
10 milioni alla Sampdoria che per Ferrero probabilmente erano troppo pochi, ma il centrocampista non seppe rifiutare un offerta del genere, come confermato dalle sue dichiarazioni di qualche anno dopo in cui disse di “non voler più starsene nel piccolo di Sampdoria e Udinese, perché stare allo Sporting è tutta un’altra cosa“.
In Portogallo non gli serve nemmeno una stagione per ambientarsi: nella prima stagione mette a referto 11 goal e 10 assist, portando a casa la Coppa di Lega portoghese. Nella stagione successiva vince ancora la coppa, ma con numeri da fuoriclasse: i goal salgono a 20 e gli assist a 13. Score da attaccante per lui che gli attaccante teoricamente dovrebbe solo servirli.
Il giocatore portoghese è un fantasista duttile e tecnicamente molto bravo, dotato anche di una buona velocità. Fernandes si distingue per la grande capacità realizzativa esaltata dal suo tiro e dalla sua freddezza. Fisicamente non è fortissimo, e un’eventuale esperienza nel campionato inglese potrebbe essere un grande ostacolo per lui, ma anche una grande fortuna, perché lo aiuterebbe a formarsi in una caratteristica fondamentale nel calcio di oggi.
Un calciatore che sembra aver già raggiunto la maturità, ma che potrebbe ancora dare molto. Soprattutto al Manchester United, che continua a sognarlo senza mai finalizzarne l’acquisto. Bruno Fernandes sarebbe un giocatore fondamentale in una squadra che negli ultimi due anni sta mancando di costanza nella fase realizzativa, dove Rashford non è in grado di reggere da solo il peso dell’attacco. Pereira e Lingard, invece, non si sono consacrati mentre a centrocampo nessuno tra Pogba, Matic e McTominay ha cifre come quelle del portoghese.
Purtroppo per Solskjaer, Bruno Fernandes sembra essersi definitivamente allontanato: la richiesta di 80 milioni da parte dello Sporting Lisbona è ritenuta troppo alta da parte dei Red Devils e si stanno già valutando altre piste come Maddison del Leicester. Ultimo indizio di una storia d’amore che rischia di non concretizzarsi neanche questa volta, nonostante il desiderio di entrambi, vicinissimi, ma sempre lontani.
Federico Zamboni
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