Una delle sorprese di questa Premier League, dopo cinque giornate, è senza ombra di dubbio il Brentford. Il club, tornato nella massima serie inglese a distanza di settantaquattro anni, si pensava potesse subire il contraccolpo dovuto al salto di categoria. Pericolo che, al momento, non sembra riguardare i ragazzi Thomas Frank al nono posto in classifica. Un cammino sorprendente per una neopromossa ma che è frutto del lavoro svolto dal tecnico e dai suoi ragazzi; affrontare il Brentford vuol dire trovarsi di fronte una squadra solida difensivamente (seconda miglior difesa del torneo con due gol subiti) e cinica al punto giusto. Il segreto del club è il rendimento esterno dove sono arrivati cinque degli otto punti totali.
Per una neopromossa la salvezza, di base, passa da punti conquistati in casa; “regola” completamente ribaltata dal Brentford a suo agio quando va a giocare in esterna. Non bisogna stupirsi più di tanto considerando il sistema di gioco con cui il club scende in campo. Il 3-5-2 scelto da Frank si sposa perfettamente con l’idea difesa e contropiede. In fase di non possesso la squadra si posiziona a cinque dietro con i due esterni pronti ad abbassarsi creando ulteriore densità all’interno della propria area di rigore. A differenza di altre squadre, che quasi rinunciano alla fase propositiva, il Brentford non appena riconquista palla innesca la coppia offensiva, Mbeumo-Toney. I due garantiscono rapidità e quell’elettricità fondamentale per un club del genere.
Il fulcro del gioco è Norgaard a cui è affidata la costruzione dell’azione offensiva; il danese ha il compito di alzare i ritmi e cercare subito la verticalizzazione non appena ne ha la possibilità. La stagione è lunga e i punti conquistati ora possono rappresentare un cuscino importante nei momenti di difficoltà. Occhio però a prendere sotto gamba una squadra che, dopo settantaquattro anni, si vuole godere a pieno il ritorno in Premier League.
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