Il fittissimo calendario imposto dalla CBF per non ridurre il numero delle partite di Brasileirão, campionati statali e Copa do Brasil sta costringendo le squadre a giocare quasi sempre ogni tre giorni, a prescindere dagli impegni delle nazionali: decisione in questo caso sensata in quanto hanno giocato solo le europee, ma non altrettanto in futuro, soprattutto quando in occasione della Copa América del 2021 alcuni calciatori arriveranno a saltare più di dieci partite del prossimo campionato.
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L’ottava giornata non ha riservato grandi sorprese dal punto di vista dei risultati, se non per il pareggio dell’Internacional in casa contro il Bahia, guidato ad interim da Cláudio Prates dopo l’esonero in settimana di Roger Machado, uno dei soli tre allenatori che erano riusciti a resistere in carica per tutto lo scorso campionato.
6 Thiago Galhardo (Internacional)
5 Germán Cano (Vasco)
4 Marinho (Santos)
4 Fellipe Bastos (Vasco)
4 Gabriel Barbosa (Flamengo)
Se da un lato l’elevata frequenza delle partite sta intralciando il lavoro degli allenatori, dall’altro, unito alla novità delle cinque sostituzioni, sta certamente aumentando le rotazioni e di conseguenza la possibilità, in particolare per i più giovani, di mettersi in mostra ad alti livelli.
Nella vittoria del Vasco sull’Athletico Paranaense ha raccolto grandi elogi il 20enne difensore centrale Miranda, titolare a causa della necessità di riposo del capitano Leandro Castán e della positività al Covid di Ricardo Graça. In una partita in cui, essendo passato in vantaggio al 7’ con un tap-in del solito Cano, il Gigante da Colina ha lasciato il possesso agli avversari cercando di pungere in ripartenza, il giovane prodotto delle giovanili si è messo in evidenza con 5 salvataggi, 3 tiri bloccati e altrettanti intercetti.
Sempre parlando di difensori, uno dei segreti dell’ottimo momento del San Paolo è la nuova coppia titolare: nelle ultime cinque partite, concluse con tre vittorie e due pareggi e con soli due gol subiti, Léo (‘97) e Diego (‘99) hanno rimpiazzato i più esperti Bruno Alves e Arboleda.
Una scelta dettata soprattutto dalla loro qualità nel giocare il pallone, fondamentale per iniziare e supportare l’azione nel calcio posizionale di Fernando Diniz. Dopo la “tragica” eliminazione dal Paulistão per mano del Mirassol (squadra di Série D) che ne aveva messo in discussione il posto, Diniz ha rivoluzionato l’undici titolare: Pato ha rescisso il contratto, Éverton Cardoso è stato scambiato per il mobile attaccante Luciano dal Grêmio (già 3 gol in 6 partite) e sono stati lanciati nella mischia i giovani Gabriel Sara (centrocampista offensivo classe ‘99) e l’esterno d’attacco del ‘98 Paulinho Bóia, con la rumorosa esclusione del più quotato Igor Gomes.
Dalla panchina poi si sta facendo largo l’attaccante Brenner (2000), già decisivo una settimana fa nel recupero del derby contro il Corinthians e ieri autore del gol del pareggio che ha avviato la rimonta sul Fluminense, dopo 4 minuti dal suo ingresso in campo.
Il vero protagonista della giornata, però, gioca dall’altra parte della città, nel Palmeiras, ha 18 anni e si chiama Gabriel Veron.
Fermo da oltre un mese a causa di un infortunio muscolare, il miglior giocatore dell’ultimo Mondiale u-17 non giocava una partita ufficiale da marzo, ma una mezz’ora gli è stata sufficiente per ricordare a tutti perché è considerato il talento emergente più luminoso del Brasileirão.
Entrato al 66’ con la sua squadra sotto 1-0 in casa del RB Bragantino, Veron ci ha messo 3 minuti per raccogliere il cross dalla destra di Gabriel Menino e schiacciarlo di testa alle spalle del portiere: un gol sorprendente perché il colpo di testa è un fondamentale in cui di certo, essendo alto 1,76 e ancora piuttosto esile, non eccelle, ma indicativo della determinazione con cui è sceso in campo.
Ma non finisce qui. A metà di uno dei consueti interminabili minuti di recupero brasiliani, Raphael Veiga lancia sulla sinistra per Veron, cui in isolamento contro Aderlan è sufficiente un controllo di coscia a seguire per metterlo fuori causa e poi servire di sinistro l’assist a Willian, che deve solo depositare in rete a porta vuota.
Veron in settimana ha rinnovato il contratto per cinque anni, ma con queste premesse non possiamo aspettarci di vederlo in Brasile a lungo: come noto diversi grandi club europei lo stanno seguendo, e la clausola da 60 milioni potrebbe non essere fuori mercato.
Per il momento, però, il Palmeiras ha ritrovato un’arma offensiva che è mancata molto all’arsenale di Vanderlei Luxemburgo; soprattutto dopo il trasferimento forzato di Dudu in Qatar, il palleggio è stato troppo spesso orizzontale, e Veron è proprio il tipo di calciatore capace di rompere una situazione di stallo con le accelerazioni e il dribbling.
Se Veron vi sembra giovane, non avete sentito parlare di Matheus Nascimento, il primo giocatore nato nel 2004 a esordire nel Brasileirão. È accaduto sabato sera, quando al minuto 80 è stato mandato in campo da Paolo Autuori, allenatore del Botafogo, contro il Corinthians. La partita è andata com’è andata – il Timão ha trovato il pareggio nel recupero, con Jô – ma potrebbe rimanere nella storia se la carriera di Matheus dovesse rispettare le aspettative di chi lo definisce il nove brasiliano con più potenziale dai tempi di Pato. Alto 1,82 (secondo Transfermarkt) e dal fisico ancora filiforme, ha già una clausola da 50 milioni e si parla di un forte interessamento dell’Atlético Madrid che, però, non potrebbe per regolamento ingaggiarlo finché non sarà maggiorenne.
Le immagini a disposizione, oltre ai capelli stile David Luiz e all’aria da freak, mostrano soprattutto delle ottime doti finalizzative, ma nei contesti giovanili spiccava anche dal punto di vista tecnico e atletico; sarà interessante seguirne l’evoluzione tra i grandi.
Potremmo parlare dell’ennesimo gol di Gabriel Barbosa, partito dalla panchina e decisivo per il Flamengo a pochi minuti dal termine contro il Fortaleza, ma non renderemmo giustizia a Éverton Ribeiro, che aveva sbloccato la partita al 6’ con una giocata da campetto, di quelle che raramente si riescono a replicare sui grandi palcoscenici.
Éverton, che mercoledì aveva segnato un altro gol pazzesco per idea ed esecuzione, è praticamente sconosciuto al grande pubblico europeo, che non lo ha mai visto da vicino dato che è emigrato solo per l’esperienza di due anni e mezzo all’Al-Ahli, negli Emirati Arabi.
Il suo carattere schivo e l’aria da antidivo, però, potrebbero non aver reso giustizia alla grandezza del suo talento nemmeno in Brasile, dove anche nella scorsa trionfale stagione rubronegra il suo contributo, benché la sua presenza in campo non sia mai stata in discussione, è stato meno esaltato rispetto a quello dei compagni d’attacco Gabigol, Bruno Henrique e De Arrascaeta.
Partendo da destra per rientrare sul piede forte, Éverton ha esercitato un’influenza vitale sulla squadra, di cui insieme a De Arrascaeta è il principale regista offensivo, come dimostrano gli oltre 2 passaggi-chiave e i quasi 3 dribbling riusciti p90. Quest’anno il suo campionato, come quello di tutta la squadra, è iniziato con qualche difficoltà in più nell’adattarsi alle esigenze del nuovo allenatore Domènec Torrent, ma sembra che il craque che abbiamo imparato a conoscere stia finalmente tornando ai suoi livelli.
Tramontate le voci che, tra venerdì e sabato, davano Edinson Cavani vicino a firmare per il Grêmio, ci dobbiamo accontentare di Leandro Fernández, 29enne attaccante argentino voluto da Coudet per rinforzare un attacco che, dopo il grave infortunio occorso a Guerrero, ha già abbracciato l’ex Palermo Abel Hernández, il quale ha raccolto i primi minuti proprio ieri.
In uscita è arrivata l’ufficialità del trasferimento del terzino sinistro Carlos Augusto dal Corinthians all’ambizioso Monza di Berlusconi e Galliani, per 4 milioni di euro: per la Serie B si tratta di un grandissimo acquisto, che avevamo indicato come potenziale craque nella guida di inizio stagione.
Dopo il record di 26 cambi in panchina nel 2019, anche quest’anno nel Brasileirão si viaggia al ritmo di quasi un esonero a giornata. Come anticipato Roger Machado non è più l’allenatore del Bahia, pagando, oltre alla brutta sconfitta contro il Ceará nella finale della Copa do Nordeste, le pressioni da parte dell’esigente tifoseria che lo avrebbe voluto mandare via già lo scorso anno, nonostante un discreto undicesimo posto, per la frustrazione dovuta al peggioramento dei risultati nel girone di ritorno, dopo un inizio di stagione entusiasmante. Come sostituto si è parlato addirittura di Felipão Scolari, ma più probabilmente si tratterà di Fábio Carille, ex allenatore del Corinthians con cui ha vinto il campionato nazionale nel 2017 e il Paulista per ben tre volte consecutive.
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