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Il Brasile sfata il tabù: stavolta è il Paraguay ad arrendersi dagli 11 metri

Domina i 97 minuti e soffre il Paraguay volto al gioco di rimessa, ma il Brasile approda alle semifinali di Copa America sfatando il tabù Albirroja.

Tite, che era approdato ai quarti con una statistica impressionante sulla panchina della Seleçao (18 vittorie in 23 gare ed una sola sconfitta) ha visto la propria persona rischiare un esonero clamoroso visti i risultati. L’allenatore verdeoro ha riproposto Jesus ed Everton dal primo minuto, vista lo loro incisività da subentranti nelle score gare, ma è stato costretto a fare a meno di Casemiro, un autentico amuleto per la sua gestione e non solo. Il centrocampista del Real è infatti stato assente in tutte le ultime eliminazioni delle sue nazionali.

Avrà innegabilmente sorriso al termine del primo quarto di finale di Copa disputatosi all’Arena do Grêmio. Un Paraguay presentatosi alla corte dei padroni di casa con un assetto che già evidenziava le intenzioni di Berizzo: accogliere il nemico tra le proprie terra e colpirlo di soppiatto, in contropiede.

Una scelta che perlomeno nei primi 45′ ha funzionato: l’Albirroja non ha rischiato enormemente ed ha saputo far tremare la retroguardia guidata da un Alisson sempre in partita. La seconda frazione, complice anche l’espulsione di Balbuena per fallo da ultimo uomo, ha testato la concentrazione del collega dell’estremo difensore del Liverpool: se il primo tempo non lo ha scomodato, la ripresa ha costretto Fernandez a diversi interventi notevoli, accompagnati da altrettanti scongiuri su conclusioni difficilmente intercettabili.

Il risultato, al termine dei 90′ e dei successivi 7′ di recupero visto il massiccio utilizzo del Var, ha riportato agli occhi del popolo verdeoro sugli spalti una scena già vista: il Paraguay che trascina la Seleçao ai rigori, e la condanna. L’Albirroja non è certo nuova a situazioni simili, tanto che nel 2011 arrivò addirittura a giocarsi la finale, pareggiando ogni match sino alla sconfitta contro l’Uruguay.

Il 2019 però sembra sorridere agli uomini di Tite: squadra mai troppo brasiliana nell’estro e nella spettacolarità, quanto più europea nella maniacale ricerca dell’ordine e della pulizia. Sempre ben disposti, i verdeoro hanno espresso la volontà di conquistare la semifinale già nei tempi regolamentari, arrivando ai rigori con una determinatezza che poco margine lasciava alla paura ed alla confusione.

La lotteria finale è stata agguantata da chi, dopo aver saltato oltre i propri limiti, ha eliminato anche la più scaramantica delle avversarie.

Luigi Romanelli

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