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I folli sei mesi di Brandão in Grecia

Il suo nome è Evaeverson Lemos da Silva, alias Brandão, ed è solo uno dei tantissimi attaccanti usciti da San Paolo. La scelta di arrivare in Grecia, per lui, era in gran parte dettata dalla voglia di rilanciarsi su campi da calcio che consentissero anche a un 37enne come lui (classe ’80) di poter gestire il suo agonismo. Era reduce da una carriera ad alti livelli, tra Shakhtar e tanta Francia: OM, Saint-Étienne, Bastia (dove fu famosa la sua testata a Thiago Motta, costatagli sei mesi di squalifica e uno di carcere). Con queste premesse, il 16 luglio era stata data l’ufficialità del trasferimento, al Levadiakos: il brasiliano ritrovava così il tecnico José Anigo, con cui condivideva la comune parentesi a Marsiglia, e si legava alla società beote firmando un contratto annuale.

Tutti i presupposti per far bene c’erano, perché la qualità magari col tempo perde rapidità d’esecuzione ma non certo consistenza. La Super League, dai ritmi più agonistici e meno frenetici, avrebbe potuto esaltare la tecnica di uno che alle latitudini elleniche sarebbe perfino stato un lusso. E infatti Brandão, Μπραντάο in greco, comincerà ben presto col piede giusto: debutta il 20 agosto in casa contro il PAOK, poi alla quarta giornata sempre al Livadias Stadium ma contro lo Skoda Xanthi si regala il primo gol, su calcio di rigore, al minuto 3. Addirittura la settimana successiva il Levadiakos gioca a Corfù e, vista l’assenza di capitan Tripotseris, il brasiliano veste la prestigiosa fascia da capitano del club verde-blu. Passano altri sette giorni e in casa si ospita l’Apollon Smyrnis. Gli ospiti passano in vantaggio al 6′, ma nel finale si consuma la più magica delle rimonte: all’83’ Brandão realizza un rigore procurato da Petro Giakoumakis, che al 92′ completerà l’opera. Complessivamente, è Brandão-mania. L’intera Levadeia sembra amare a più non posso il suo campione, il clima in Beozia è di completo visibilio.

A un certo punto, però, la magia s’interrompe. Da allora Brandão gioca altre tre gare (Panetolikos fuori, PAS Giannina in casa e trasferta a Larissa), poi non viene più convocato da José Anigo. Le notizie si fanno frammentarie, ufficialmente emerge un problema fisico, ma di punto in bianco il numero 9 smette di comparire nell’elenco dei convocati. Non giocherà mai più in Super League da allora, né tantomeno apparirà in panchina. Desaparecido, dalla giornata 9. Il motivo? Nessuno lo sa, incomprensibile che il Levadiakos avesse optato per una rinuncia volontaria al suo uomo di maggior carisma. Poi, un giorno, ecco la bomba: Brandão ha rotto col club. E’ finito ai margini della rosa, si attende il mercato invernale per rompere anzitempo il contratto.

Il silenzio, invece, lo rompe il sito Sport24.gr intervistando il calciatore: “Ho risolto il mio contratto con il Levadiakos e posso solo ringraziare il mio allenatore José Anigo. Oltre ad un buon amico è un grande allenatore, uno dei migliori con cui ho lavorato. Lascio il Levadiakos deluso per la mancanza di professionalità e di organizzazione, per me è ancora una squadra amatoriale e dovrebbe essere migliorata molto affinché impari a comportarsi con più rispetto per i giocatori stranieri e greci. Sarò per gli stadi, nel prossimo anno troverò una squadra in Brasile o in Europa. Sono deluso: in un primo momento abbiamo fatto dei buoni risultati ed è già un miracolo per una squadra che è retrocessa più volte nella seconda categoria”. Non è tutto. “Come sapete sono infortunato, ma il mio problema muscolare non è grave e torno in Brasile per continuare la mia fisioterapia”.

In effetti, il Levadiakos allora era ben posizionato, al centro della classifica. Forte di una colonia francofona, veleggiava ben oltre la retrocessione pur non essendo in grado di ambire a piazzamenti europei. La bomba era già stata sganciate: le accuse di dilettantismo, unite (vociferano alcuni) ad alcune promesse non mantenute, avevano portato al divorzio. A Levadeia, la miccia stava espandendo il raggio dell’incendio. Le fiamme si stavano propagando quando un post pubblicato su Facebook da Pavlos Mitropoulos rispondeva alle accuse mosse dall’ex compagno (sono taggati pure capitan Tripotseris e Tsabouris): “Tutti i calciatori del Levadiakos vorrebbero esprimere piena opposizione a ciò che è stato detto da Brandão. In questi tempi difficili per i club e il calcio greco, la società offre tutto e la consideriamo una delle più fidate e attrezzate della Super League. D’altra parte, vorremmo augurare al nostro ex compagno un buon prosieguo nella sua carriera”. Parole gelide, che hanno sancito la rottura. E così il prode Brandão, precedentemente eroe di Levadeia, d’or in poi non sarà ricordato col sorriso in Beozia. Ha lasciato la Grecia, dopo soli 761′ e due rigori segnati. Ma in che modo, l’ha lasciata…

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