Chi di rimonta ferisce, di rimonta perisce. Circa un anno fa l’Arsenal pareggiava 3-3 al Vitality Stadium con una rimonta nel finale dopo essere stato sotto di tre reti. Questa volta l’aria è diversa nel sud dell’Inghilterra, perché è stato il Bournemouth a ribaltare una situazione sfavorevole arrivando anche a strappare la vittoria. Il posticipo domenicale è terminato 2-1 in favore delle Cherries e ha confermato il momento nero dell’Arsenal, sconfitto soltanto una settimana fa anche in FA Cup dal Nottingham Forest e che non vince da cinque partite totali.
Wenger per riscattarsi ha optato per la conferma della formazione schierata anche a Stamford Bridge quattro giorni fa, una delle poche prestazioni positive (sebbene solo difensiva) delle ultime settimane. Un undici titolare giovane, con l’età media più bassa dal 2011 in Premier League per il club londinese. Altro dato storico sono stati i cinque inglesi, oltre ai quattro prodotti dell’academy Gunner. Un piccolo ritorno al passato che nei primi minuti di gara ha dato buoni frutti. Maitland-Niles e Wilshere sono stati tra i più propositivi. L’applauditissimo ex di giornata in particolare ha disputato una partita da vero box-to-box midfielder di sostanza e qualità risultando decisivo in entrambe le fasi.
Per un Wilshere che sembra recuperato c’è un Welbeck apparso ancora una volta in difficoltà, così come tutto il reparto offensivo dell’Arsenal. Lo stesso Lacazette ha ricevuto pochi rifornimenti complice la morsa difensiva organizzata da Howe: tre centrali più due terzini schiacciati che non hanno concesso spazio quando schierati in posizione. Soltanto l’intuizione di Iwobi per la rete di Bellerin ha scardinato la retroguardia delle Cherries. Si sono rivelate ancora pesantissime le assenze di Sanchez e di Özil, l’anima offensiva dell’Arsenal.
Il Bournemouth ha avuto il merito di tenere botta nei primi settanta minuti e di sfruttare al meglio le incertezze della difesa di Wenger. La prova di Chambers è stata sporcata dall’imprecisione in chiusura sul gol dell’1-1, con l’enorme complicità di un Cech sempre più incerto. Sul raddoppio è stato invece Xhaka ad avere responsabilità non avendo chiuso su Ibe. Per la squadra di Howe il bilancio nelle ultime quattro partite si fa sempre più felice: otto punti raccolti con nove gol segnati ed un vantaggio di quattro lunghezze sulla red zone, finalmente più lontana dopo aver affrontato tempi bui. Quelli in cui è ufficialmente ricaduto l’Arsenal, come da abitudine invernale.
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