L’Ajax aveva dimenticato Frank de Boer, accasatosi all’Inter ad inizio stagione, grazie all’ottima annata di Bosz. Il tecnico, dopo un avvio difficile, ha chiuso l’Eredivisie al secondo posto ad un solo punto dal Feyenoord e l’Europa League cedendo solo al Manchester United in finale. Le eccezionali prestazioni hanno acceso l’interesse di alcune big europee tra cui il Borussia Dortmund, orfana di Tuchel esonerato. L’allenatore, dopo un veloce corteggiamento, ha deciso di abbandonare la capitale olandese ed è volato in Germania per firmare il contratto che lo vedrà impegnato nella prossima Bundesliga.
Peter Bosz è giunto ad Amsterdam dopo essersi seduto sulle panchine di De Graafschap, Heracles, Vitesse e Maccabi Tel Aviv. La sua bacheca, nonostante i tanti anni da tecnico, è ancora priva di trofei, tranne la vittoria dell’Eerste Divisie nel 2004-2005 con l’Heracles. Appena arrivata la chiamata dell’Ajax, l’ex giocatore del Feyenoord, non ha potuto dire di no. Far dimenticare il tanto amato De Boer non sarebbe stato facile, ma il coach, con calma e tranquillità, è riuscito nell’ardua impresa: infatti, i lancieri, hanno chiuso al secondo posto l’Eredivisie e si sono piegati, solo, in finale di Europa League battuti dal Manchester di Mourinho. I problemi, con la rosa, sono sorti immediatamente con l’addio di Milik e Cillessen, due pilastri difficili da rimpiazzare. Bosz ha ricevuto in cambio tanti giovani talentuosi tra cui Neres (mercato di gennaio), Dolberg, Cassierra e Traorè per dimeticare il bomber polacco. Tra i pali è stato richiamato Krul, preso in prestito dal Newcastle, ma ancora infortunato: la scelta per la porta è quindi ricaduta su un altro giovane talento di nome Onana che ha ripagato a pieno la fiducia del mister. Dopo un avvio zoppicante, la sua filosofia di gioco è stata assorbita pienamente da tutti i ragazzi che si sono calati perfettamente nelle idee dell’allenatore. Lo schema è il classico 4-3-3 con un atteggiamento offensivo dedito allo spettacolo e alle verticalizzazioni veloci e sulle fasce. Dopo un mese di rodaggio e l’inserimento di Ziyech a centrocampo, Bosz è riuscito a costruire un Ajax combattivo e vincente: le due ali Younes e Traore hanno appoggiato nel giusto modo Dolberg, il diciannovenne danese da 16 centri in campionato. A centrocampo ha risistemato Schone in regia permettendo a Ziyech e Klaassen di spaziare come trequartisti e intermediari. In difesa, due centrali rocciosi e ben posizionati aiutati da almeno un terzino pronto costantemente a ripiegare. L’unione di tutte queste piccole accortezze ha permesso all’Ajax di poter dire la propria in ogni competizione con il massimo del risultato. Il gioco dell’olandese si basa molto su un regista a centrocampo che velocizzi la manovra sulle fasce che devono essere in grado di arrivare sul fondo per servire la punta o il centrocampista che accorre da dietro, infilandosi tra le linee. L’altro laterale offensivo, su ogni suggerimento verso il centro, deve staccarsi dalla sua posizione per tagliare sul secondo palo ed essere pronto al tap-in decisivo. Gli schemi hanno permesso di raggiungere grandi risultati che lo hanno fatto balzare tra i tecnici più propositivi del 2016-2017. Il Dortmund, dopo aver esonerato Tuchel, stava cercando un allenatore in grado di poter valorizzare i giovani e ricosegnare alla piazza un gioco divertente e efficace. Dopo i primi contatti, Bosz non ci ha pensato due volte e ha firmato un contratto che lo spingerà in Bundesliga dopo un solo anno di permanenza nella capitale olandese.
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