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La nuova identità vincente del Gladbach

Il Borussia che va di moda in Germania in queste settimane è senza dubbio il Dortmund capolista, unica squadra d’Europa ancora imbattuta in tutte le competizioni insieme alla Juventus. Ma anche “l’altro” Borussia non se la sta cavando male. Il Gladbach è infatti al secondo posto in campionato, proprio dietro ai gialloneri. E, a parte tre punti in più e una Champions League in cui la squadra di Favre sta sorprendendo, ha pochissimo da invidiare agli omonimi.

I Fohlen sono la squadra che esprime forse il miglior calcio della Bundesliga dopo il BVB. Un gioco semplice, fatto di palla a terra, velocità e tecnica, ma che riesce a essere molto efficace per come le caratteristiche dei giocatori vengono combinate. Il tutto è reso possibile da Alassane Pléa, l’acquisto più costoso nella storia del club (23 milioni di euro), quell’attaccante che negli ultimi anni è sempre mancato per dare profondità e finalizzazione.

Con il francese ex Nizza è cambiato tutto, a partire dal ruolo di Stindl e di conseguenza tutti gli incastri. L’ex Hannover è tornato nel suo ruolo da trequartista, permettendo agli esterni di stare più alti. Thorgan Hazard si è avvicinato alla porta, agisce in zone più pericolose e dà più qualità all’attacco rispetto agli strappi dell’anno scorso. Lo stesso vale per Jonas Hofmann a destra, già arrivato a 4 gol in Bundes dopo non averne segnato nemmeno uno negli ultimi due anni e mezzo. Entrambi hanno gli stessi numeri: 4 gol e 3 assist.

Il miglior assist-man della squadra rimane però Florian Neuhaus, già a quota 5. Il centrocampista è riuscito a imporsi da subito con la sua duttilità e grazie alle condizioni fisiche non del tutto stabili degli altri giocatori. Il classe 1997, appena ritornato dal prestito al Fortuna Düsseldorf, è già padrone del centrocampo: è diventato insostituibile, soprattutto è riuscito a integrarsi bene con Kramer e Strobl, giocatori con caratteristiche più difensive e che si alternano al suo fianco.

Tutto l’impianto di gioco si è costruito su una difesa solida, guidata da un giocatore in crescita come Matthias Ginter, a tutti gli effetti un leader e l’unico a non aver saltato nemmeno un minuto in stagione, DFB-Pokal compresa. I disastri che commetteva al Dortmund sembrano già dimenticati: al Borussia-Park è cresciuto, ha iniziato a prendersi le responsabilità. E si è conquistato anche una maglia da titolare nella Mannschaft.

Tra i giocatori della rosa i miglioramenti più evidenti a livello di singolo sono stati i suoi, a dimostrazione che Hecking è un allenatore ancora in grado di migliorare i propri calciatori, oltre che costruire un sistema di gioco. I due noni posti consecutivi pesano sulle spalle del tecnico, che si è dovuto spartire le responsabilità con Max Eberl, il direttore sportivo ed ex giocatore dei Fohlen, a cui i tifosi del Gladbach hanno dedicato anche uno striscione nelle ultime settimane.

Non ho costruito una squadra all’altezza” aveva affermato Eberl alla fine della scorsa stagione, scusandosi per i risultati negativi. Quest’estate ha provato a porre rimedio con pochi colpi, ma mirati: Lang e Pléa per completare il roster della prima squadra, poi Poulsen, Bennetts e Müsel per aumentare la base di giovani con cui lavorare. Ha reso il Gladbach una delle squadre più complete di Germania, trovando il giusto equilibrio tra esperienza, freschezza, giovani da crescere e giovani già pronti.

Nelle prime 9 uscite stagionali tra campionato e coppa, il Gladbach ha vinto 6 volte, compresi i successi contro Leverkusen, Schalke, Eintracht e soprattutto Bayern Monaco. L’unica sconfitta è arrivata contro l’Hertha. La stagione è ancora lunghissima, ma i Fohlen sembrano migliorare partita dopo partita. Da quando hanno iniziato a correre, fermarli è diventato sempre più difficile. Altro che “l’altro Borussia”.

Giorgio Dusi

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