Il ritorno a casa di Jupp Heynckes è amaro: il Borussia Mönchengladbach vince 2-1 infliggendo al Bayern Monaco la prima sconfitta dal ritorno del veterano e grande ex di giornata. La tredicesima giornata di Bundesliga regala altre emozioni, oltre al Revierderby: il posticipo del sabato accorcia infatti la classifica, perché ai Fohlen riesce il miracolo in una partita perfetta, sia sotto il profilo offensivo che difensivo. Per il Bayern sono tre punti persi in modo parzialmente prevedibile, vista l’infermeria piena.
Quelle di Herr Jupp sono scelte quasi obbligate, visti i problemi fisici che costringono ai box Alcantara, Muller, Ribery e Robben (più Alaba). Il tecnico si inventa un 4-5-1 improvvisato con quattro mediani e James alle spalle di Lewandowski. Ben più organizzato è come sempre il Gladbach, soprattutto in fase di pressing: movimenti coordinati e distanze precise tra gli uomini mettono in grossa difficoltà il Bayern Monaco. Si gioca in spazi strettissimi e ogni portatore di palla è raddoppiato in maniera quasi sistematica. Stindl, uno che ha la velocità di pensiero come peculiarità, riesce a ispirare un paio di occasioni, mentre dalla parte opposta non riesce altrettanto a un James Rodriguez in enorme difficoltà.
Con il colombiano decisamente sotto tono il Bayern fa fatica a creare superiorità numerica e di conseguenza il gioco ne risente. Anche in fase difensiva i bavaresi non sembrano particolarmente soliti, tanto che poco prima dell’intervallo il Borussia riesce a mandare a referto l’uno-due firmato da un rigore di Hazard e da Ginter. Süle ha responsabilità piuttosto marcate in entrambi i gol. Sul 2-0 Heynckes interviene togliendo Bernat per dare campo a Coman; Vidal si riassesta nella posizione di terzino sinistro e la manovra si fa più ariosa. È però la componente psicologica a determinare il dominio territoriale della capolista, la voglia di reagire. I padroni di casa decidono di rintanarsi nei propri trenta metri e sopravvivono ai cinque minuti di recupero tornando negli spogliatoi col doppio vantaggio.
Arriva un altro cambio piuttosto sorprendente in avvio di ripresa, sempre tra le file della capolista: il classe 1998 Marco Friedl, terzino sinistro, esordisce in Bundesliga prendendo il posto di James Rodriguez. Vidal torna sulla trequarti dietro a Lewandowski, mentre Tolisso si apre a destra. La produzione offensiva per la verità non migliora, merito anche della generosità di un Borussia attento e che concede soltanto soluzioni estemporanee dalla distanza; Coman ne inventa una da fuori che si schianta sul palo, Vidal ha invece mira migliore e riapre la contesa. Subentra il fattore frenesia nel quarto d’ora finale ad offuscare la lucidità del Bayern, soprattutto alcuni falli inutili rendono il gioco piuttosto spezzettato e non permettono di avere fluidità nella circolazione della sfera.
I minuti finali, oltre a evidenziare la generosità degli attaccanti di Hecking – Thorgan Hazard è fisso sulla propria trequarti a recuperare palloni – regalano emozioni e soprattutto confusione: Drmic, subentrato, si divora il 3-1, mentre Wendt salva il 2-2 sulla linea dalla parte opposta. Finale: 2-1. Heynckes riscopre le sensazioni negative della sconfitta, il Lipsia prova a rifarsi sotto. Ora è soltanto a tre punti di distacco, ma il Bayern può cancellare dal calendario un’altra trasferta difficile: ora gliene restano solo due, proprio alla Red Bull Arena e a Leverkusen. La strada verso il Meisterschale non è forse spianata visto che i RotenBullen non mollano l’osso, ma poco ci manca.
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