Continua il nostro percorso di avvicinamento al match di sabato, quel “Klassiker” che in Bundesliga non sarà mai una partita come un’altra. Borussia Dortmund-Bayern Monaco è una rivalità molto sentita tra due diverse filosofie di gioco: da una parte il bel calcio, a volte non concreto, ma sicuramente spettacolare; dall’altra il pragmatismo della grande squadra che vuole vincere. La gara tra tra le Wespen e i bavaresi sarà sentita, soprattutto, da chi ha vestito entrambe le maglie. Andiamo a vedere chi sono gli ex che, tra tre giorni, proveranno a dare un dispiacere ai loro vecchi tifosi.
Amato, odiato e ora alla ricerca di quel perdono definitivo per mettere le cose a posto; Mario Gotze, la sfida di sabato, la sentirà in modo particolare, avendo giocato per entrambe le squadre. Cresciuto nelle giovanili del Borussia, ha vinto con la prima squadra due Meisterschale ed era l’idolo della curva che lo trattava come un figlio. Poi, però, ha preferito i soldi all’amore e si è trasferito all’Allianz Arena; la sua avventura con il Bayern non è stata indimenticabile ma è bastata per farsi odiare dal muro giallo, che ora pretende delle scuse. Gotze ha solo un modo per rimettere le cose a posto: essere decisivo contro il Bayern perché al Dortmund, da ex, ha già segnato. E’ arrivato il momento di fare male a chi lo ha ricoperto, si di soldi, ma non di amore.
Nella vita ci sono ex che non puoi più vedere e ex, invece, con cui ti senti ancora. Questo perché da qualcuno, il tradimento, non te lo aspetti mentre da altri, in certo senso, si. E’ praticamente la storia tra Robert Lewandowski e il Borussia Dortmund: i due si sono amati (74 goal in 131 partite), hanno vissuto serate indimenticabili (il quattro a uno in Champions contro il Real Madrid) e poi hanno preso strade diverse. E pazienza se è andato proprio al Bayern (con cui più volte ha punito le Wespen), la squadra rivale che a suon di milioni si prende ciò che vuole, perché dall’attaccante polacco ci si poteva immaginare una scelta del genere; lui non è cresciuto in mezzo al muro giallo, non conosce appieno il calore di una curva fantastica che con Lewandowski ha capito e sapeva, che prima o poi sarebbe finita.
Vero, è cresciuto nelle giovanili del Bayern e tra il 2006 e il 2008 Mats Hummels ha giocato, anche se solo una volta, con la prima squadra; ma il suo, nuovo, trasferimento all’Allianz Arena ai tifosi del Borussia fa male; e forse fa più male di quello di Gotze, che poi è tornato sui suoi passi perché il difensore di Bergisch Gladbach è stato capitano del Borussia con cui ha giocato per otto anni. In questo lasso si era instaurato un rapporto speciale tra la tifoseria delle Wespen e il proprio capitano. In 222 presenze con il Dortmund, Hummels ha dato tutto anche se con il cuore non aveva mai lasciato il Bayern e forse, è proprio questo, che i tifosi del Borussia non hanno saputo digerire.
A differenza di Gotze, Lewandowski e Hummels quello di Sebastian Rode è stato sicuramente un trasferimento meno rumoroso. Il passaggio del centrocampista, dal Bayern al Borussia, non ha avuto quel successo mediatico che ha accompagnato gli altri trasferimenti. Ma questo poco importa al ragazzo di Seeheim-Jugenheim che preferisce far palare il campo; mediano di sostanza, Rode è perfetto per il 4-2-3-1 di Tuchel perché garantisce quella sostanza necessaria a supportare un reparto offensivo colmo di qualità. Non sappiamo se sabato giocherà ma qualora dovesse scendere in campo dimostrerà il suo valore e lo farà in silenzio, proprio come il suo trasferimento.
Gotze, Lewandowski, Hummels e Sebastian Rode: tutti insieme appassionatamente in una gara speciale, soprattutto per loro: gli ex.
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