In quasi 20.000 all’Estadio Municipal de Mendizorrotza hanno cantato per più di novanta minuti rendendo il piccolo stadio di Alava una vera e propria bolgia in questa fredda e piovosa domenica di fine ottobre. A Vitoria-Gasteiz, capitale istituzionale dei Paesi Baschi, i tifosi biancoblu stanno vivendo un inizio di Liga che ha del clamoroso. La squadra di Abelardo è al secondo posto in solitaria dietro al Barcellona, a quota 20 punti e in questo momento della stagione sognare è lecito per tutti. Del resto, dopo anni di purgatorio tra le serie inferiori, la calda tifoseria del Glorioso spera di rivedere il suo Alavés ai livelli delle storiche stagioni ’99-’01 (finale di Coppa Uefa persa al Westfalenstadion contro il Liverpool).
Dall’ultima gara in Segunda División B (la nostra Lega Pro) sono trascorsi poco più di 5 anni. Pochi se si pensa a dove si trovano ora Manu Garcia e il Deportivo Alavés. Nel primo anno di Liga si erano meritati l’appellativo di matagigantes grazie alla sorprendente vittoria contro il Barcellona al Camp Nou, ai pareggi contro l’Atletico Madrid, alle vittorie nei derby baschi e a quelle contro squadre come Valencia, Villarreal o Celta Vigo. La cavalcata fino alla finale di Copa dl Rey persa poi contro il Barcellona aveva reso ancor più esaltante un ritorno in Primera già spettacolare di per sé.
Le difficoltà dello scorso anno avevano riportato i baschi alla realtà, costringendoli a lottare fino all’ultimo ( o quasi) per non scendere nuovamente in Segunda. Ora però l’Alavés è una squadra solida, consapevole dei propri limitati mezzi, ma con un’identità ben precisa. E quello che si percepisce dalle tribune del Mendizorrotza è che in una Liga in cui tutte le “lotte” sono ancora aperte, l’Alavés sia proiettata molto più all’Europa che al ritorno tra le piccole.
Il submarino amarillo non rialza la testa. Dopo un inizio di stagione che di positivo ha avuto ben poco il Villarreal sembrava aver cambiato marcia. Si conclude male una settimana che sarebbe potuta essere abbastanza positiva per gli uomini di Calleja dopo un pareggio interno contro l’Atletico Madrid e la manita rifilata al Rapid Vienna in Europa League. Oggi però, dopo l’iniziale vantaggio di Moreno, il Villarreal torna a mani vuote e con molti rimpianti dal Mendizorrotza, la casa di una delle squadre più in forma di questa Liga.
Non manca certo la qualità a questa rosa, Calleja doveva solo trovare il giusto modulo, la giusta quadratura. E in questa settimana l’allenatore madrileno sembrava aver trovato una soluzione togliendo un attaccante dal 4-4-2 che a Vila-Real sono abituati a vedere da anni. Una sola punta dunque tra Carlos Bacca (oggi fuori per una lesione), Toko Ekambi e Gerard Moreno. Ad agire libero dietro di loro Pablo Fornals, che spostato 20 metri più avanti con le sue qualità può cambiare la gara in ogni momento. Ad impostare non mancano certo interpreti tra il tuttofare Manu Trigueros, il nuovo arrivato Caseres e un ormai trascinante Santi Cazorla.
La prima parte di gara è stata positiva per i valenciani, che sono migliorati molto nel possesso palla e nel creare azioni offensive. La seconda parte è stata un disastro. Sono emerse tutte le lacune difensive del submarino (in particolare l’incapacità di gestire il vantaggio), che è stato in balìa degli avversari per 45 minuti.
Il finale è da brividi: Borja Bastón entra in campo al 93esimo al posto di Ibai Gomez e dopo pochi secondi trova la rete della vittoria facendo esplodere il Mendizorrotza e regalando altri tre punti ai biancoblu. Un finale da favola per una squadra che ha iniziato a sognare e per il momento non vuole proprio smettere.
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