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Ode to Beşiktaş-Lyon

Lo spettacolo di pessimo gusto che la scorsa settimana ha ritardato l’inizio della partita del Parc OL è stato ieri sera tramutato in qualcosa di fantastico. Le aspettative riguardanti Beşiktaş-Lione avrebbero fatto pensare a scontri, memori tutti di quanto avvenuto a Lione, e dunque a nuovi fattacci in barba alla severissima minaccia dell’Uefa: se ricapita, verrete esclusi per un anno dalle competizioni Uefa. “È una decisione equa, che rispettiamo, sicuramente abbiamo una parte di responsabilità” aveva reagito il presidente dei francesi Jean-Michel Aulas, che normalmente fa l’istrionico ma stavolta è serio come non mai.

Lancio di petardi e oggetti da parte dei tifosi turchi all’indirizzo dei padroni di casa, dopo che già nel pomeriggio la zona circostante il Parc OL era stata teatro di uno scontro tra ultras talmente violento da indurre la polizia all’utilizzo di gas lacrimogeni. A mente fredda si parlerà di errori nel ticketing, di intervento tardivo delle forze dell’ordine, di problemi logistici nel gestire una massa di 15/20mila turchi in un impianto la cui capienza massima è 60mila, addirittura c’era chi additava la violenza allo storico astio del tifo organizzato del Beşiktaş verso Erdogan. Alcuni hanno raccontato che si sarebbero cimentati in una sfilata a volto coperto per le varie rue des Lyonnais. Ovviamente, in casi come questo, la parola chiave è “sottovalutazione”. Una volta sugli spalti, cominciato il lancio di oggetti, una marea umana ha cercato la salvezza da quell’immonda pioggia sul terreno di gioco. In rete non vi sarà difficile trovare video e immagini surreali, che senza dubbio descrivono assai meglio di me la situazione. Ah. I russi e gli inglesi, quest’estate a Marsiglia in occasione di Euro2016, non hanno proprio insegnato proprio niente. Il lancio di oggetti da parte dei turchi nei settori sottostanti è proseguito, provocando una reazione biforcata: da un lato, alcuni ultras del Lione hanno risposto al fuoco nemico. Dall’altro, il presidente Aulas ha parlato ai tifosi col chiaro intento di calmare gli animi, e si è piazzato in curva per dare un segnale, un’invocazione a mantener la calma. Per la cronaca, il match è cominciato con 45 minuti di ritardo e la truppa di Genesio ne era uscita vincitrice (2-1, rimonta pazzesca nel finale : Tolisso e Morel, dopo l’illusoria marcatura di Babel). Quanto a prima, beh, attimi di panico tanti, feriti (per fortuna) pochi: il bollettino recitava questo, ma la più grande sconfitta era stata veder alcune famiglie andarsene rinunciando all’appuntamento con l’Europa League. Immagini brutte, perchè la serenità di un nucleo famigliare mai dovrebb’esser messa a dura prova da un gruppo di facinorosi. Ma il Lione avrà ancora una chance per pavoneggiarsi in EL davanti al suo popolo in Francia, perchè ieri ha avuto la meglio sul Beşiktaş, e dunque continuerà la magica strada che potrebbe portarlo alla Friends Arena.

Detto questo, ieri sera la Vodafone Arena ha lasciato che la regia fosse condotta non dagli spalti bensì dal campo. E’ stata una partita incredibile, fantastica, un puro spettacolo ricco di adrenalina allo stato puro. Mai un minuto di pausa, continui attacchi alle barricate nemiche come se il tutto fosse diventato per 90′ una guerriglia. Sebbene il risultato sia stato per tanto tempio in bilico, l’unico fine era il logoramento dell’undici nemico. Non è un caso che Bruno Genesio, al termine del match, abbia così commentato i 120′ più rigori: “Penso che abbiamo avuto il controllo del gioco per gran parte del match, tranne all’inizio del secondo tempo. Non siamo stati molto fortunati ai calci di rigore, ma ce l’abbiamo fatta. Lacazette è uscito prima per via di problemi muscolari, ora attendiamo la diagnosi”. E ovviamente ha chiuso coi dovuti complimenti al suo equipo: “Mi congratulo con i giocatori, tutto lo staff tecnico e gli appassionati. E voglio ringraziare il mio presidente che mi ha sempre sostenuto nei momenti difficili”. Ben più triste Şenol Güneş, che in quel microfono postogli davanti ha trovato un iceberg di rimpianti, di tristezza, di occasioni mancate e una storica semifinale volata via d’emblée. “Con un po’ di fortuna avremo potuto passare il turno. Il nostro obiettivo era far bene, ma non siamo riusciti ad avere la meglio dal dischetto”.

Ci sono voluti 120 secondi per vedere il primo tiro in porta, un insidioso rasoterra di Cenk Tosun. La partita è bellissima. Tolisso controlla e scarica di un niente a lato, pare che il Beşiktaş voglia difendersi e invece tira indietro la testa per poi mordere rapidamente al pari di un cobra. Avanzano i francesi, creano probabilmente più dei turchi, poi al 27′ Talisca controlla, stoppa e scarica di destro una conclusione incredibile che trafigge Anthony Lopes: da ammirare e riammirare, per la rapidità d’esecuzione con cui l’ex Benfica tiene palla e non pensa neppur un millisecondo di portarsela sul suo piede preferito, il sinistro. Piuttosto, vede un minuscolo pertugio e di destro va a centrare il target che si era prefissato. Al 34′ festeggia invece Lacazette: triangolo con Gonalons, che gli restituisce in lob una palla fantastica, poi pallonetto a scavalcare Fabri e ristabilire il pari: contro le critiche, contro l’accusa di svogliatezza, contro tutto e tutti. Doccia fredda per le Kara Kartallar, aquile nere, che potrebb’esser assai più gelida se quel palo interno scheggiato da Lacazette avesse avuto più fortuna. 2′ dopo, di nuovo Talisca, con un sinistro a giro che per pochissimo non rientra beffardamente e dunque finisce fuori dallo specchio di un impaurito Lopes. Finisce il primo tempo, Milorad Mažić chiama la pausa dopo 45′ intensissimi, pulluli di bel gioco, intrisi di quel calcio spumeggiante che vorremmo sempre vedere.

Rientrati, il Lione pare sornione ma assonnato, mentre il Beşiktaş si mostra inaspettatamente determinato. Talisca di testa incorna in un modo che ricorda Godin (finale Champions 2014) anche per la rapidità con cui uccella l’uscita a farfalle di Lopes (Casillas?). In compenso, l’equilibrio del Besiktas comincia a cedere quando Hutchinson, che diga non è, perde un paio di palloni sanguinosi: sarà una costante della sua partita. Lopes però si risveglia, e pare immediatamente rinvigorito: una sua parata a mano aperta su colpo di testa di Tosun è da far vedere ai bambini nelle scuole calcio. Passano due minuti e Talisca di testa si eleva in cielo a deviare il cross di Adriano, questa volta l’estremo difensore dell’OL non può far niente. E non finisce qui l’ondata turca, perchè Quaresma si diverte a far sparire il pallone facendolo ricomparire a suo piacimento, sulla sua corsia c’è sempre un gran mal di testa del diretto marcatore. Inventa passi di danza sconosciuti, crea giocate da Playstation, si esibisce in finte, controfinte, veroniche e doppi passi. Fabri, vedendo il collega Lopes così rinvigorito, lo emula su Lacazette lanciato a rete, poi si rifugia in corner su un tiro cross stranissimo di Tousart. Fekir per Cornet, Beck per Adriano. Il finale di una partita bellissima lo è altrettanto, Quaresma avrebbe una grande chance ma conclude sul palo, infine Babel perde l’attimo e calcia sul compagno Cenk Tosun. Nessuno vuole andar ai supplementari, Diakhaby chiama Fabri al miracolo, poi il portiere spagnolo si trova due volte il pallone tra le mani. Sospiro di sollievo. E’ il preludio a dei supplementari che potrebbero non arrivare, se solo Lacazette avesse concluso con meno potenza un tiro che si è infranto sulla traversa.

Entratime, dunque. La Vodafone Arena spinge come il più tumultuoso dei cavalli, Ghezzal rimpiazza Lacazette e nel frattempo si fa pure male Özyakup. Güneş butta dentro Uysal. Al 102′, Quaresma recupera un pallone che nemmeno un visionario avrebbe tenuto buono, con due autentici miracoli lo tiene in campo, poi piazza un cioccolatino sul destro di Talisca che questa volta però spara malissimo a lato. Disperazione, poi spavento quando il solito Diakhaby su corner impatta e per pochissimo non decide anzitempo la contesa. Secondo tempo supplementare, Tosun arma il destro ma è prodigioso, ancora una volta, un Anthony Lopes decisamente in giornata gli sbarra prepotentemente la strada. Come Fabri, del resto, quando dice di no a Tolisso in un modo irreprensibile. Arslan rileva Quaresma che nel frattempo ha finito le pile, Rybus entra (out Morel) solo per battere i rigori. L’eventualità meno probabile, quella che però prende piede ora.

Undici metri dunque. Babel spara sotto la traversa, Fekir spiazza il portiere, Tosun rischia ma Lopes non riesce ad impedire che il pallone entri. Tolisso segna, Hutchinson realizza col brivido, Ghezzal piazza a pochi centimetri dal sette, Arslan inganna Lopes. Rybus non sbaglia, naturalmente, seguito a ruota da Talisca e Valbuena. Si va ad oltranza: il primo è Usysal che non manca all’appuntamento. Fa lo stesso Diakhaby, coronando una ottima partita. Tocca al serbo Duško Tošić, Lopes decide che è il momento di mettersi ulteriormente in mostra e coi guantoni impedisce la rete. Disperazione. Tocca a Jallet, l’ultimo dei veterani ad abbandonare il Psg dopo la presidenza Al-Khelaïfi nonchè uomo di gran esperienza: la Vodafone Arena impietrita si anima improvvisamente osservando la sfera alzarsi in volo oltre la traversa. Di nuovo parità: ma se non volevate farmi andar a letto presto, bastava dirlo eh. E invece, dagli 11 metri si presenza il croato Matej Mitrović, l’altro difensore centrale dei turchi: rigore calciato come quello del collega Tošić, Lopes intuisce. Vodafone Arena gettata nella più cupa delle disperazioni. Davanti a Fabri, davanti a 7,32 x 2,24 di porta divenuta improvvisamente piccolissima, si presenta il capitano. Maxime Gonalons, l’uomo con maggior carisma dei suoi, calcia e spedisce il pallone in rete e il Lione alle semifinali. Insieme a Celta, United ed Ajax, alcune delle quali arrivate fin qui col brivido, tre su quattro dopo i supplementari.

Alla fine, tutto l‘epilogo consolatorio che la Vodafone Arena ha tributato ai suoi ragazzi vale più di mille parole. Si piange, si applaude, ci si sente tutti più orgogliosi di tifare per i bianconeri. Finisce 6-7, dal dischetto. E di tutta la bella campagna europea del Beşiktaş rimane solo un ricordo. Una spettacolare coreografia, apparsa prima del match contro l’Olympiakos (ne ho parlato qui). Da brividi, signori. La sacralità dell’Europa League è stata interrotta. Per fare spazio a questo tripudio. Ci mancherà il Beşiktaş che, al termine di una delle partite più intense che io abbia mai visto, ha perso in casa il pass per le semifinali. Il Lione gliel’ha strappato di dosso, e ora sarà lui a provar con tutte le forze a volare verso Stoccolma.

Sahada özverili bir mücadele sergileyen, gururumuz olan futbolcularımız ve teknik kadromuz ile ne kadar övünsek az kalır… #Beşiktaş

Matteo Albanese

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