Martedì 16 febbraio 2016, il Benfica ospitò lo Zenit a Lisbona per l’andata degli ottavi di Champions League. Contro i russi la partita fu folle, estremamente ricca di agonismo, ma solo un colpo di testa assestato dal brasiliano Jonas al 91′ seppe sbloccare la parità ai punti, dopo che quella numerica era stata sbilanciata dall’espulsione di Criscito sessanta secondi prima. Era un Benfica molto diverso, c’erano Júlio César e Lindelöf, Renato Sanches e Gaitán, Raúl Jiménez e Mitroglou. In panchina un giovane Ederson, Nélson Semedo, Gonçalo Guedes e Talisca. Talento a bizzeffe, giovani più o meno accreditati che a conti fatti sono oggi lontani dal Portogallo. In panchina v’era Rui Vitória, considerato rimpiazzo emergenziale al supremo tradimento di Jorge Jesus nell’estate 2015 e subito prosecutore della linea vincente: «Il gol nel finale ci ha reso giustizia» sentenziò quella sera, ringraziando il guizzo del brasiliano ex Valencia. Una settimana dopo, poi, a San Pietroburgo, il Benfica riuscì addirittura a vincere: vantaggio Zenit con Hulk, rimonta in extremis degli Encarnados (tap-in di Gaitán all’85’, inserimento di Talisca al 96′).
Ieri, nella vittoria per 3-0 sulla Dinamo Zagabria, una gara da «tudo o nada» alla luce della sconfitta rimediata dal Benfica in Croazia – decisivo Bruno Petković – sono arrivate l’ennesima prova di carattere e l’ennesima rete di Jonas. È stato «o sétimo volta-face». Una Reconquista in pieno titolo, visto l’hashtag divampato sui social a riprender l’effetto #GetReadyToComeback riuscito in settimana già alla Juventus sull’Atlético Madrid. Nella Catedral da Luz, con oltre 47mila presenti, tutto è filato liscio o quasi. Bruno Lage ha sostituito Rui Vitória esonerato dal club il 4 gennaio e oggi all’Al Nassr – dopo tre anni e mezzo e sei trofei vinti, tra cui i campionati 2015-16 e 2016-17 – dunque è stato chiamato a cambiare il passo. Missione compiuta: Gedson Fernandes conserva parvenze di Renato Sanches, Francisco Reis Ferreira “Ferro” dirige con personalità una difesa orfana dell’infortunato Jardel, la stellina João Félix è stata inserita in campo al posto di Jota perché di lui – come Grimaldo e Jonas – c’era bisogno dopo un primo tempo ancora senza reti. Così la musica è cambiata, Jonas di controbalzo ha aperto le marcature, Ferro dai venticinque metri ha apparecchiato la tavola e dalla stessa distanza – ma sulla sinistra – Grimaldo ha tolto le ragnatele dal sette. E Pizzi, lo stesso Pizzi che nel gennaio 2016 fu beccato dai tifosi perché acquisto più costoso nella storia del Benfica (6 milioni pagati nel 2013 all’Atlético Madrid, 8 successivamente): 14 milioni per Luís Miguel Afonso Fernandes, più dei 13,5 del “Toto” Salvio, dei 12 di Simão e gli 11,5 di Cardozo.
Prima di incontrare la Dinamo Zagabria, una nutrita sezione di tifo ha fatto sapere di preferir l’uscita dall’Europa League per potersi concentrar meglio, e con l’onze inicial in formato turnover affinché i titolari fossero riposati per l’impegno in trasferta contro il Moreirense (domenica alle 18.30). Reconquista completata, mistica ancora una sera, na Catedral da Luz. Festa a oltranza, una nuova nutrita infornata di talento è pronta per uscire dalla bottega di Luís Filipe Vieira. «Non abbiamo sofferto, abbiamo giocato un ottimo spettacolo, crescendo. Peccato che siamo andati per i tempi supplementari, ma abbiamo sempre avuto il gioco sotto controllo» ha commentato a fine gara il maieuta, Bruno Miguel Silva do Nascimento, alias Bruno Lage da Setúbal, già città d’origine della dinastia Mourinho (Félix e José). Il tecnico del Benfica s’è tolto un sassolino dalla scarpa, ha fatto i complimenti a Rafa Silva («Al 120′ stava correndo come se la partita fosse appena cominciata») e ha concluso con: «Somos a mesma equipa que perdeu em Zagreb». Questo per dire che a volte non serve la matematica, e la proprietà transitiva mal si applichi al calcio. E allora sì che la Reconquista si compie in quell’interstizio: «Jogar na Luz, com muito público, é jogar com mais um jogador».
Ecco di seguito il tabellino:
Benfica (4-4-2): Vlachodimos; Almeida, Dias, Ferro, Ribeiro (dal 46′ Grimaldo); Pizzi (dal 119′ G. Fernandes), Fejsa, Gabriel, Živković (dal 46′ Jonas); Jota (dal 62′ João Félix), Rafa Silva. All: Lage. A disp: Svilar, Samaris, Cervi. Indisponibili: Conti, Ebuehi, Jardel, Salvio, Seferovic.
Dinamo Zagabria (4-3-3): Livaković; Stojanović, Théophile-Catherine, Dilaver, Rrahmani; Gojak (dal 97′ Atiemwen), Moro, Olmo; Kądzior (dal 75′ Šitum), Petković (dall’86’ Gavranović), Oršić (dal 109′ Perić). All: Bjelica. A disp: Zagorac, Lešković, Majer. Indisponibili: Ademi, Hajrović, Leovac, Šunjić.
Reti: 71′ Jonas, 94′ Ferro, 105′ Grimaldo. Ammoniti: Jonas, João Félix, Grimaldo, Gabriel (B), Moro, Petković, Stojanović, Théophile-Catherine (D). Espulso: Stojanović (D) al 104′. Arbitro: Aytekin (Germania)
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