Jude Bellingham è insofferente. Dopo nove partite, ancora zero gol contro il Real Madrid e una frustrazione crescente, fotografata dalla reazione spropositata verso Vinicius, reo, nell’ultima partita, di non avergli passato una palla che avrebbe potuto spingere facilmente in rete. Una frustrazione comprensibile, come l’involuzione in termini di gol ma non di rendimento.
È tutta una questione di equilibri, materia in cui Ancelotti è un cattedratico. Nessuno come il tecnico italiano è in grado di far coesistere giocatori dalle spiccate qualità offensive assecondando il loro talento adeguandolo alle necessità della squadra. Per questo Bellingham è stato spostato sulla destra, dove è chiamato a pressare e a recuperare palla per poi innescare Mbappé. Senza andare a tutti i costi alla ricerca della soluzione personale. Del resto il tecnico italiano parte da un presupposto molto semplice: con quella batteria di attaccanti e giocatori offensivi a disposizione il Real Madrid parte comunque quasi con un gol di vantaggio rispetto a qualunque avversario. Dunque, chi non è chiamato a segnare per vocazione e professione, si deve impegnare per garantire equilibrio alla squadra. E quel tipo di compito tocca all’inglese.
L’evidenza salta agli occhi osservandone la road map: Bellingham corre moltissimo, conserva il suo ruolo di tuttocampista, ma si muove molto meno negli ultimissimi metri, mentre è molto più presente sull’esterno dove è chiamato a rincorrere gli avversari e a portare il pressing in fase di non possesso, oppure ad attaccare lo spazio e creare la profondità per innescare Mbappé e Vinicius. Vien da sé che giocando più lontano dalla porta rispetto alla scorsa stagione sia più complicato trovare la via del gol. Ecco perché non ha molto senso parlare di crisi per Jude Bellingham. Fra l’altro il gol non è più (né lo è mai stato comunque) l’obiettivo principale del calciatore inglese.
Partendo da questi presupposti, specifiche diverse lasciano ovviamente in eredità numeri diversi: nelle sue prime nove partite del 2023-24, Bellingham aveva tentato 25 conclusioni verso il portiere avversario, di cui 16 nello specchio della porta. In questa stagione Bellingham ha collezionato 16 tiri, di cui solo 6 in porta. Al netto dello “zero” nella casella dei gol realizzati, la qualità di Bellingham resta intatta, confermata dal numero di assist: l’anno scorso ne aveva fatti tre e quest’anno due, entrambi a Mbappé, in Supercoppa Europea contro l‘Atalanta e contro l’Alavés. E i gol che non ha messo a segno, li ha trovati il francese. Cambiano i fattori, non il risultato, dunque come spesso accade, ha ragione Carlo Ancelotti.
Milan – Juventus, il “classico” italiano. Non può essere considerato derby d’Italia dopo il “sorpasso”…
Sorteggio di Nations League di grande fascino per la nazionale di Luciano Spalletti. Sarà la…
A gennaio la società bianconera dovrà fare i salti mortali per sopperire agli infortuni: ecco…
Si torna a giocare in campionato. Forse anche troppo. Di certo, la fine degli impegni…
Pep Guardiola ha comunicato ufficialmente la sua decisione. Il tecnico spagnolo, non lascia, anzi raddoppia.…
Il centrocampista bianconero non fa più parte dei piani di Thiago Motta e potrebbe salutare…