L’attuale tecnico dell’Austria ha deciso di rimanere sulla panchina della nazionale. Dopo i no di Emery e Nagelsmann rimane un rebus il successore di Tuchel
È un po’ nel suo destino. Come fu qualche anno fa con il Milan (era l’estate del 2020), quando tutto sembrava fatto, qualcosa non va nel verso giusto, e alla fine Ralf Rangnick rimane lì dov’è. Quattro anni dopo un’altra grande chance per il tecnico tedesco, di nuovo vicino a un top club d’Europa dopo l’esperienza tutt’altro che indimenticabile con il Manchester United. Niente da fare neanche questa volta però, il suo no al Bayern Monaco è netto, nonostante le dichiarazioni del presidente Hainer che parlava di una trattativa ormai a buon punto solo un paio di giorni fa.
L’attuale commissario tecnico della nazionale austriaca ha infatti ribadito attraverso un comunicato la volontà di non abbandonare la panchina sul quale siede: “Questo incarico mi dà una gioia incredibile e sono determinato a proseguire il percorso che stiamo facendo. Ci tengo ad affermare categoricamente che il mio non è un rifiuto al Bayern, ma una decisione in favore della nazionale, della mia squadra e dei nostri obiettivi comuni. Siamo concentrati sugli Europei, faremo di tutto per andare il più lontano possibile”.
Vero fino a un certo punto. Perché Rangnick sicuramente sta facendo un ottimo percorso sulla panchina dell’Austria, ma è altrettanto noto che tra il tecnico e i bavaresi c’erano diversi punti da sistemare. In primis la diatriba sullo staff, l’ex Lipsia e United chiedeva di portare tutti i suoi uomini di fiducia a Monaco, soprattutto per quello che riguarda l’area medica, tema sul quale non si è trovato un accordo. E allora riparte la giostra, e la semifinalista di Champions League al momento non sa ancora chi siederà sulla sua panchina nella prossima stagione: quello di Rangnick non è il primo rifiuto ricevuto infatti.
“La comunicazione è importante”, diceva il direttore generale Max Eberl a marzo. E ci mancherebbe, perché da quelle parti i dettagli sono fondamentali, e anche grandissimi allenatori hanno fatto fatica. “C’è bisogno di qualcuno che padroneggi il tedesco e l’inglese”, dicono ancora dai vertici del club, una specifica che taglia fuori buona parte dei possibili indiziati a succedere a Tuchel. Con un identikit così allora, è normale pensare a Xabi Alonso, dominatore in Bundesliga e a un passo dalla finale di Europa League, che tuttavia sembra intenzionato a provare a ripetersi con il Leverkusen, magari sognando un cammino importante anche in Champions League l’anno prossimo.
Ci sarebbe Nagelsmann, un ritorno gradito in Baviera, ma che Eberl ha presto allontanato, chiarendo come “la ferita per l’esonero di un anno fa è ancora troppo fresca”. Allora addio anche all’attuale allenatore della nazionale tedesca, che con la Germania ha rinnovato fino ai mondiali del 2026. Ma quindi chi resta? Profili da Bayern sono probabilmente De Zerbi e Emery, con il secondo che avrebbe già rifiutato il ruolo un paio di settimane fa, e il primo che non convince tutti in società (magari dovrà seguire un corso accelerato di tedesco). Quindi il futuro della panchina del Bayern Monaco è sempre più un rebus, con Tuchel che si appresta comunque a giocarsi una semifinale di Champions dopo il 2-2 interno con il Real, ma sul quale pesa la debacle in campionato e un clima mai sereno all’interno dello spogliatoio.
La Gazzetta dello Sport ricorda un’intervista rilasciata alla rosea dove Carletto Ancelotti raccontava di come il campionato al Bayern Monaco “si vince con le mani in tasca”. Vero fino a che sulla Bundesliga è atterrata l’astronave del Bayern Leverkusen, quest’anno davvero ingiocabile anche per i bavaresi (chiedere a Daniele De Rossi per conferme). Al di là del risultato del campo, a Monaco non si respira più quell’aria dei tempi di Carletto, e le difficoltà sono evidenti, basti pensare che gli ultimi quattro tecnici: Kovac, Flick, Nagelsmann e appunto Tuchel, hanno terminato il loro rapporto con il club prima di quanto inizialmente concordato, un dato allarmante per il futuro.
Da quelle parti le aspettative sono sempre molto alte, basti pensare a come venne esonerato Nagelsammn, secondo in campionato (che poi il Monaco vincerà) a -1 dal Borussia Dortmund e ai quarti di finale di Champions League e allo stesso punto del percorso nella coppa nazionale. Ma non è bastato per andare avanti, e sicuramente anche questo influisce sui tecnici che, per ora, hanno ‘osato’ dire di no al Bayern, che ancora non sa chi sarà il prossimo allenatore per l’annata 2024/25.
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