Pedro infinito. E La Lazio di Baroni non finisce di stupire. Il gol del portoghese, 37 anni e non sentirli, regala ai biancocelesti una vittoria preziosissima che permette di mantenere il primato della classifica della fase campionato a Europa League a punteggio pieno e di ipotecare la qualificazione alla fase a eliminazione diretta con ottime possibilità di essere fra le otto elette che eviteranno i play off.
Ancora una volta decisivo, il calciatore spagnolo come spesso gli accade di giovedì. Il suo guizzo allo scadere illumina la notte dell’Olimpico e lancia la Lazio da sola in cima alla classifica di Europa League. Un segnale forte, al di là del risultato. Pedro sta bene, si allena, è centrato, convinto, ha la serenità di essere preso in considerazione e lanciato dei segnali colti sin da subito dal resto del gruppo. La forza di volontà dello spagnolo incarna lo spirito della Lazio. Baroni, ove ce ne fosse ancora bisogno, si conferma un allenatore importante ma è ancora più fondamentale che nessuno si prenda dei meriti personali. Si rema tutti dalla stessa parte, nel rispetto del concetto di squadra nel senso più pieno del termine.
Una Lazio che va in vantaggio, subisce gol non si scompone, rischia di andare sotto ma non perde equilibrio e con dedizione e applicazione viene a capo di una partita complessa dà segnali importanti. Questione di mentalità, appunto. Alla Roma Juric tutto sommato non butta via un punto in trasferta contro i belgi dell’Union Saint Gilloise, alla Lazio di Baroni si insegue la vittoria sino al 95’ contro il Porto. Impossibile non notare la differenza di approccio.
L’entusiasmo che circonda la Lazio è contagioso, anche perché continuamente alimentato dalle prestazioni della squadra e dalle scelte di Baroni che sin da subito ha sposato l’idea di non accontentarsi e l’ha trasmessa, recepita e mandata a memoria, al gruppo. La Lazio con il Porto non ha cercato solo la vittoria come risultato fino a sé stesso, ma di appagarsi nel raggiungere un livello prestazionale sfidante.
La squadra di Baroni si autoalimenta nutrendosi della propria convinzione di poter andare alla ricerca dell’oltre. Una sorta di dinamo applicata al calcio. Pedalando, faticando, si accende la luce. E nella Lazio funziona più o meno così. Ogni partita cambia la situazione e la migliora. Se sarà sufficiente per arrivare sino in fondo a tutte le competizioni è presto per dirlo, ma la certezza è che la rifondazione, accolta con grande scetticismo, sia iniziata mettendo delle fondamenta solidissime.
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