Il Real Madrid festeggia il titolo di Campione di Spagna succedendo al Barcellona, dove non hanno preso benissimo la sconfitta a Girona che ha regalato la 36esima Liga ai blancos con quattro giornate di anticipo e relegato i blaugrana al terzo posto proprio dietro la squadra rivelazione del campionato.
I postumi della traumatica sconfitta in casa del Girona che in un colpo solo ha consegnato il titolo al Real e ha retrocesso il Barcellona al terzo posto in classifica non sono tardati a farsi sentire. Il presidente Joan Laporta arrabbiatissimo si è sfogato nello spogliatoio con un durissimo discorso alla squadra che aveva già ammesso le proprie colpe anche un campo, chiedendo scusa ai tifosi non appena finita la partita. Il volto di Xavi in panchina, apparso prima furioso e poi visibilmente sopraffatto dalle circostanze, è l’istantanea di una giornataccia. La minaccia, più reale che mai, è di chiudere la stagione in terza posizione e senza la possibilità di partecipare alla prossima Supercoppa spagnola. Un danno economico e soprattutto di immagine. Inaccettabile.
La reazione della società non si è fatta attendere: ha annullato il premio previsto alla squadra in caso di vittoria. Addio ai due giorni di riposo. Nessuno ha avuto il coraggio di protestare anche perché ci si deve alzare sui pedali. Quel che non va già è l’atteggiamento. Al netto di non dover consegnare il titolo al Real, il Barcellona, in quel di Girona, aveva il dovere di difendere il secondo posto ma è scesa in campo giocando i trenta minuti peggiori della stagione, mettendo chiaramente in discussione anche il progetto tecnico dell’allenatore, considerato che Xavi aveva affermato di aver svolto il miglior allenamento dell’anno ritrovandosi invece una squadra in pieno caos, nonché con la spia della riserva accesa.
Appare evidente che il Barcellona sia arrivato a questo tratto finale con una fiducia ridotta, una condizione precaria e la fiducia ridotta a brandelli. Non il migliore auspicio per il rush finale. L’indizio arriva da una Ciutat Esportiva deserta e triste. Abbandonata dai tifosi, la squadra si è allenata fra poche parole e lunghi silenzi, insomma in una atmosfera che contribuisce ulteriormente a preoccupare il club, terrorizzato dall’idea di non completare la rimonta per il secondo posto nonostante un calendario sulla carta abbordabile: Real Sociedad, Almeria e Rayo Vallecano non sembrano ostacoli insormontabili, ma sul campo questo Barcellona non dà garanzie.
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