Robert Lewandowski, il rebus di mercato del Barcellona: trattenere o lasciare andare un calciatore che il prossimo anno compirà 37 anni? I pro e i contro dell’operazione sono sufficienti per prendersi tutto il tempo necessario prima di decidere.
Robert Lewandowski è una questione economica o sportiva? Legittimo avere qualche dubbio dul rendimento di un calciatore che ha ancora numeri di alto livello ma una carta d’identità che è nemica della prospettiva. Ha segnato comunque sedici gol, molti dei quali fondamentali e hanno fruttato diciassette punti in classifica. Abbastanza ma non tanti da giustificare un investimento pesante per il monte ingaggi del Barcellona. La prossima stagione, Lewandowski guadagnerà 16 milioni di euro netti. La scorsa stagione ha ricevuto dieci milioni. E in questa, tredici. Nella stagione 2025-26, se dovesse completare il suo contratto (il rinnovo sarebbe automatico se giocasse il 55% delle partite), scenderebbe a 13 milioni netti. Una spesa di circa 50 milioni per il club. Soldi che la dirigenza ritiene di poter investire diversamente per rinforzare la rosa a livelli che gli permettano di lottare ancora per conquistare quei titoli sfuggitogli in questa stagione.
I contratti sono fatti per essere stracciati, ma è altrettanto vero che esiste il rischio concreto di un muro contro muro. Anche perché Deco e Laporta dovranno fare i conti con Pini Zahavi, non esattamente uno dei professionisti più malleabili. Anzi, l’agente del polacco ha già fatto sapere che in questi giorni non è molto contento dell’atteggiamento della dirigenza del club del Barça. E il diretto interessato che ne pensa? Lewandowski e la sua famiglia sono felici a Barcellona, si sono adattati meravigliosamente alla città e l’idea è di continuare nonostante negli ultimi tempi si siano diffuse voci su un passaggio alla MLS americana. Il piano prevede di restare ancora una stagione perché l’ex giocatore del Bayern ritiene di avere ancora almeno dodici mesi di calcio ad altissimo livello davanti a sé.
Sul progetto e sul futuro di Lewandowski peserà anche Xavi, “tornato” in sella dopo aver annunciato il suo addio e esserselo rimangiato con un clamoroso dietrofront. Resta da capire quale sia la sua idea, dopo che ufficialmente si è trincerato dietro il classico “non parlo del futuro dei calciatori”. Parole che possono essere interpretate come la volontà di non interferire o con la sensazione, sostenuta peraltro anche da una corrente di pensiero molto forte in riva alla capitale della Catalogna, di un disimpegno nel confronto dell’attaccante polacco, considerato non più al centro del progetto tecnico del vecchio – nuovo allenatore del Barcellona.
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