Fernando Pacheco e Ibai Gómez erano in campo, insieme a Carlos Vigaray che oggi non è stato impiegato. I vari Alexis e Sobrino, titolari stasera, erano seduti in panchina accanto al tecnico Mauricio Pellegrino. Era il 27 maggio 2017 ma soprattutto era un altro Alavés quello che arrivò a toccare con un dito l’ebbrezza di alzare al cielo la Copa del Rey al Vicente Calderón di Madrid. Era la squadra di Theo Hernández, Marcos Llorente, Deyverson, quella che vi raccontammo in questo articolo. Era la formazione che colpì col terzino sinistro allora di proprietà dell’Atlético ma fu battuta da Neymar, Suárez e Alcácer. Questo, invece, è il Camp Nou fortino del Barcellona: 27 partite d’imbattibilità ne La Liga (24 vittorie e 3 pari), l’ultima squadra a uscir coi tre punti da qui è proprio il Deportivo Alavés. Era il settembre 2016, decisivo allora Ibai Gómez. Insomma, Valverde aveva tutto per vendicare quell’infausta gara e ricordare come gli equilibri non fossero cambiati da maggio a oggi.
Il ritmo inizialmente è basso, il Barça fa la partita ma non s’affretta ad affondare il colpo, mentre il Deportivo Alavés si rannicchia ordinatamente. Digne lancia un segnale d’allarme per Pacheco, ma la palla esce, poi è una combinazione sull’asse Iniesta-Suárez a lanciare Messi al cross sul quale interviene Maripán a rischiare l’autogol. Sul successivo contropiede però Hernán Pérez apparecchia la tavola per Ibai Gómez fermato in extremis da un ottimo ter Stegen. Suárez cerca il gol di testa, ma la marcatura arriva ed è firmata a sorpresa dagli ospiti: sanguinoso pallone perso da Messi, la corsa di Ibai Gómez trova John Guidetti e l’ex Celta Vigo non sbaglia, pur se in caduta, davanti al numero 1 blaugrana. L’81% del possesso catalano serve a poco, il Barça è intontito e l’Alavés ha capitalizzato il massimo. Urge un plauso ad Abelardo, autore di un lavoro minuzioso ed efficace, intento a privare i ragazzi allenati da Valverde di una fonte di gioco. Sobrino costringe ter Stegen al volo, Iniesta conclude alto ed è pure Coutinho a ricordare al mondo i 160 milioni spesi per lui, con un destro deviato però da Duarte in corner. Si scalda Messi, dalla distanza e su punizione, ma in entrambi i casi è impeccabile la risposta di Pacheco: da vedere e rivedere il prodigio sul calcio piazzato dell’argentino. Finisce col risultato meno probabile il primo tempo, elogio alla concentrazione dell’Alavés ma pure delle tattiche di Abelardo e di una granitica coppia Laguardia-Maripán.
Al rientro dagli spogliatoi, la scelta di Ernesto Valverde è un doppio cambio: entrano i terzini titolari, Sergi Roberto e Jordi Alba, ma la marcia non cambia perché l’Alavés continua a dar prova di intelligenza e impegno. Proprio il canterano eroe della remuntada sul Psg prova a sfondare ma sbatte su Duarte, col 22enne che si sarebbe presentato poco dopo da ter Stegen: geniale invenzione di Guidetti per l’accorrente Ibai Gómez, cross radente per il terzino sul quale va a chiudere provvidenzialmente Piqué. Entra Alfonso Pedraza, Paulinho scarica un destro velleitario ed è il momento pure di Paco Alcácer. Siamo a ridosso del 70′ quando però l’Alavés sbanda: Pacheco è bravissimo a chiudere lo specchio sul diagonale di Suárez, stratosferico su una doppia deviazione a evitare il gol di Paulinho, ma purtroppo deve arrendersi alla girata dell’ariete uruguagio (undicesimo gol nelle ultime sette gare). Il pari sconsola gli ospiti e ringalluzzisce il Barça, entra l’ex Munir (che nelle ultime 7 ha messo a segno 3 reti e 2 assist) ma non riesce a cambiar passo. Pacheco salva ancora i suoi su Iniesta, ma è il minuto 84′ e Alcácer guadagna una punizione. E’ la mattonella di Leo Messi, il pallone sorprende il portiere dell’Alavés (stavolta non irreprensibile) e sancisce la rimonta, oltre che il 20° centro stagionale del Diez. Resta solo da recriminare, quando Munir protesta per un presunto tocco con la mano di Umtiti in area blaugrana e le immagini confermano un braccio abbastanza largo. Tre minuti di tristezza, con la sensazione che sia finito tutto con lo stesso comune denominatore del maggio scorso.
Ecco di seguito il tabellino:
Barcellona (4-3-1-2): ter Stegen; Semedo (dal 51′ Sergi Roberto), Piqué, Umtiti, Digne (dal 51′ Alba); Rakitic, Iniesta, Paulinho; Coutinho; Suárez, Messi. All: Valverde
Alavés (4-4-2): Pacheco; Alexis, Laguardia, Maripán, Duarte (dall’89’ Demirovic); Hernán Pérez (dal 63′ Pedraza), Medrán, Wakaso, Ibai Gómez; Sobrino, Guidetti (dal 75′ Munir). All: Abelardo
Reti: 23′ Guidetti, 71′ Suárez, 84′ Messi. Ammoniti: Duarte, Wakaso (A). Arbitro: Villanueva