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Azpilicueta 2.0: la nuova vita del difensore spagnolo

Che la cura di Antonio Conte avesse sortito l’effetto sperato al Chelsea lo avevamo capito già nella scorsa stagione, quando il tecnico italiano è riuscito a dare un’impronta ben precisa alla sua squadra rompendo gli innumerevoli tabù che solitamente accompagnano la Premier League con una ventata di tattica tutta rigorosamente made in Italy.

Dopo aver regalato una nuova vita a Diego Costa (tornato poi all’Atletico Madrid in questa stagione dopo qualche incomprensione con il suo tecnico), Conte è riuscito anche nelle grande impresa di far alzare ulteriormente l’asticella anche ad un veterano del calcio come César Azpilicueta, difensore al servizio dei Blues da ben cinque anni. Migliorare ancora di più un giocatore di 28 anni con alle spalle tanti successi in campo nazionale ed internazionale sembra essere un’impresa impossibile, ma l’ex ct della nazionale italiana sembra essere riuscito a vincere anche questa sfida: grazie ai suoi dettami e al suo carisma Azpilicueta è riuscito finalmente a diventare il miglior difensore centrale di tutta la Premier League in questa stagione, grazie anche al cambio di modulo del suo Chelsea e dall’arrivo di un talento come Alvaro Morata.

Prima di spiegare come un attaccante abbia potuto influire in maniera così forte sulla crescita del difensore spagnolo occorre partire dalle origini, quando Azpilicueta era utilizzato principalmente come terzino destinato a correre per lo più lungo tutta la fascia destra, lato del campo in cui non riusciva ad esprimere il suo potenziale ma che ha fatto risaltare agli occhi del mondo tutte le sue grandi doti difensive. La svolta arriva proprio con l’avvento di Conte ed il suo 3-4-2-1: da difensore centrale lo spagnolo ha giocato splendidamente per ogni singolo minuto della scorsa stagione, quella che è riuscita a regalare al Chelsea il titolo ed a lui una nuova vita sotto il profilo professionale.

Oltre alle spiccate doti difensive, Azpilicueta si è distino per la grande capacità di servire i compagni in ogni circostanza, riuscendo a regalare ai suoi attaccanti taglienti passaggi filtranti e assist d’oro in qualsiasi occasione. È per questo motivo che l’arrivo di Morata ha evidenziato ancora di più questa sua preziosa peculiarità: i due spagnoli si sono intesi alla perfezione fin dal primo minuto creando una coppia a distanza tanto particolare quanto letale, capace di dare una nuova spinta verso l’alto ad un Chelsea apparentemente dormiente e meno in forma dei due grandi schiacciasassi di Manchester. La creatività e la visione tattica del difensore sono cresciute a dismisura grazie alla presenza del suo compagno di nazionale in attacco, diventato il maggiore destinatario dei sui precisi lanci lunghi che sono riusciti a valorizzare ancora di più le capacità di Morata, diventato in pochissimo tempo il riferimento offensivo di spessore di cui il Chelsea aveva disperatamente bisogno.

La ciliegina sulla torta per Azpilicueta è arrivata quando Cahill, suo compagno di difesa, è stato costretto a restare in tribuna per una squalifica di tre giornate, dandogli così l’onore di indossare la prestigiosa fascia da capitano: con quella al braccio lo spagnolo non ha perso nessuna delle partite giocate, segno che la crescita voluta dal suo Demiurgo Conte è ormai completa non solo dal punto di vista tattico, ma soprattutto da quello caratteriale. Arrivato finalmente alla sua maturità calcistica, Azpilicueta è pronto a prendere ancora per mano il suo Chelsea e a condurlo con coraggio in questa difficile lotta verso il secondo titolo consecutivo.

 

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