“Due to the terrible events in Manchester we have worked with Uefa to agree that our performance at the Cup Final will be cancelled. It doesn’t feel right to us to continue. The UK has been a huge part of our career and our hearts are with them now and to people all over the world suffering from any effects of violence, of any kind. We were very much looking forward to this but the occasion doesn’t feel right for us. Music will always bring us together but we must respect how sad people feel today. All our love. Axwell and Sebastian“. Complimenti vivissimi. Siete riusciti a rovinare anche la finale di Europa League.
Questa sera non ci sarà Axwell né Sebastian Ingrosso, sul palco al centro della Friends Arena di Solna. Un loro comunicato, pubblicato alle 19:38 circa su Instagram e poco meno di un’ora dopo su Facebook, ha annullato la loro performance pre-partita. Una risposta all’attentato dell’altro ieri sera, quando intorno alle 22:30 la fine del concerto di Ariana Grande a Manchester si è trasformata in tragedia. Un kamikaze si è fatto esplodere, l’Isis rivendicherà l’attentato: la conta dei morti si attesta a 22, il numero di feriti tocca quota 120. Da qui la loro decisione di non suonare. “Weak” commenta qualcuno sotto il post. Vero, Freddy Mercury lo urlava al vento, the show must go on. Il primo cittadino di Manchester ha fatto lo stesso, chiosando una roba del tipo: ora bisogna vivere, siamo in lutto ma siamo forti, abbiamo già dovuto affrontare momenti difficili e lo faremo anche stavolta. Falso, perchè in fondo un gesto di cotanta barbarie con bambini e adolescenti come target è una cosa riprovevole, ingiustificabile, che alimenta un profondo odio nella propria coscienza. Moralità a parte, suonare o non suonare?
Privare la Friends Arena dello spettacolo iniziale è un atto grave, che macchierà per sempre l’immagine di un’Europa League che dovrebbe esclusivamente esser un momento di gioia o tristezza agonistiche, relative al risultato di 90′ passionali su un fottuto terreno di gioco. E nient’altro. Il discorso semmai è che lunedì 28 maggio, allo Steel Yard di Londra (in Victoria Park) è in programma un evento attesissimo. E’ in programma da tempo ed è preceduto da una buona dose di trepidazione (“2 weeks to go. London. Steelyard. Us, you… 6 amazing guest acts and 12000 of our closest friends” aveva postato Axwell il 14 maggio). Prima, ed era l’11 maggio, ecco un #tbt risalente alla performance del duo svedese all’Alexandra Palace. L’attesa era forte. Ora si rischia la cancellazione anche di questa data.
Senza alcun dubbio, il duo Λ sarebbe stato il migliore possibile ad allietare una serata di gran calcio con la sua musica. Axel Christofer Hedfors è nato a Lund nel 1977, Sebastian Carmine Ingrosso nel 1993 a Nacka, ma le sue origine italiane sono chiarissime: ex membri del progetto Swedish House Mafia insieme all’altro svedese Steve Angello, dal giugno 2012 (data ufficiale di scioglimento del gruppo) hanno vagato senza meta prima di intraprendere l’avventura Departures e successivamente il duo AxΛIng. Dal 2014 hanno scalato le vette mondiali: recentemente hanno fatto uscire “Renegade”, la prima traccia dell’EP More Than You Know, e “I Love You”. Ospiti dei principali festival di ogni parte del globo (Tomorrowland ed Ultra Music Festival in primis), sono il perfetto esempio di una Swedish success story. Due grandi musicisti, che dopo aver portato la Svezia in giro per i continenti in quanto ambasciatori della musica elettronica (come dimenticare Greyhound, One, Save the World o Don’t You Worry Child?) erano pronti ad esibirsi alla Friends Arena. A casa, dunque, esattamente come aveva fatto Steve Angello in occasione del Size in the Park tenutosi il 27 maggio nella centralissima Kungsträdgården.
Il 22, 23 e 24 novembre 2012, Axwell ed Ingrosso si trovavano nella pancia dell’impianto che avrebbe dovuto ospitarli oggi. La Friends Arena si preparava ad accogliere gli idoli di casa, gli Swedish House Mafia, per il loro One Last Tour. L’ultimissima chance per la Svezia di ammirare dal vivo tre dei deejay migliori di sempre: 35mila, 40mila e 40mila furono rispettivamente le presenze. Immagini come questa fanno accapponare la pelle a chiunque come il sottoscritto sia un fan degli SHM. O più semplicemente, ascolti la loro musica. Perchè in fondo, dopo l’Olanda, è la Svezia la terra dei disc jockeys: Avicii, Alesso, Eric Prydz, AN21, Otto Knows, Galantis, Basshunter, John Dahlbäck. Oltre a loro, naturalmente.
Era il 17 marzo. “Axwell / Ingrosso will perform a special one-off show at the #UELfinal opening ceremony”. Così la Uefa annunciava la loro presenza, annullata in virtù del dolore di una ferita troppo profonda per essere medicata in così poche ore. Come hanno scritto, lo UK è stato parte della loro carriera. Come singoli (ad esempio al Creamfields), ma anche come SHM (e qui il ricordo va ad esempio al Milton Keynes Bowl, la loro ultima performance di sempre nel Regno Unito).
160 milioni di telespettatori in tutto il mondo seguiranno la partita. In 50mila la guarderanno dagli spalti della Friends Arena. “Det är en ära att återvända till Friends Arena i vår hemstad Stockholm för det här enorma sportevenemanget” aveva detto Axwell. “E’ un onore tornare alla Friends Arena, nella nostra città natale, Stoccolma, per questo grande evento sportivo”. Insieme a loro, 150 studenti di varie scuole di danza di Solna e zone limitrofe avrebbero dovuto allietare la finale. “Vi är glada att vi vid ett så här stort evenemang även har möjlighet att visa upp bland det bästa som musiksverige fått fram. Det blir en bra samverkan mellan sporten och kulturen och Axwell Λ Ingrosso kommer sätta tonen för en bra inramning kring finalen” erano state le parole di Göran Havik (responsabile del progetto per la finale). “Siamo lieti che ad un così grande evento abbiano anche la possibilità di presentarsi (loro) tra il meglio della musica che la Svezia abbia prodotto. Sarà una buona collaborazione tra sport, cultura e Axwell Λ Ingrosso: darà il tono per un ambiente ideale sulla finale”. E invece, niente. Axwell e Ingrosso non si esibiranno. Al loro posto, chissà: un silenzio, un vuoto, che servirà ad acuire un dolore che nessuno vuole dimenticare. E posso giurare che, essendo comunque il Manchester United coinvolto nella finale, il clima di tristezza sarà la sensazione prevalente prima, durante e dopo una partita di calcio. Ci sono cose più importanti, purtroppo. Dispiace e non poco, però, che una finale di Europa League a Stoccolma (organizzata sin nei minimi dettagli) sia adesso stata coperta da un velo di paura, di terrore, di rabbia. Non è giusto.
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