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Chi è Attila Fiola, l’eroe dell’Ungheria coi pompieri nel destino?

Chi è Attila Fiola, il difensore che ha rischiato di rendere ancor più memorabile l’Europeo ungherese rovinando allo stesso tempo i piani alla Francia campionessa del mondo? È un 31enne difensore che cinque anni fa viveva il suo miglior momento professionale e che oggi è tornato a quei livelli. Da Euro 2016 a Euro 2021 però, per Fiola non c’è stata solo la pandemia: infortuni, depressione, la voglia di smettere e rincorrere il suo sogno, quand’era bambino: diventare un pompiere, come suo padre.

Non sognava affatto di diventare calciatore, Attila Csaba Fiola, 31 anni, bensì di seguire le orme paterne: «Lo accompagnavo da casa nostra, a Dunakömlőd (oggi comune di Paks, N.d.A) alla stazione di Paks, alcune volte ho passato anche il turno di notte lì, con lui, come fossi stato di turno anch’io – ha raccontato Fiola a in un’intervista a Nemzeti Sport – ma la vita aveva altri piani, mio fratello ha seguito papà e io sono diventato calciatore”. Attaccante, per la precisione, del Paks, e nel 2015 dell’Akadémia Puskás a Felcsút, città in cui è cresciuto l’odierno primo ministro Viktor Orbán. Le prime scarpe da calcio Fiola le ha ricevute a Natale, a 9 anni, costate ventimila fiorini. Leggenda vuole che avesse aspettato ad indossarle, dato il loro valore, e che una volta pronto a calzarle gli fosse ormai cresciuto il piede a oltranza: «Da allora le conservo in una vetrina, a casa mia, accanto alla maglia del mio esordio in Nazionale».

Già, la nazionale. All’Europeo in Francia, Fiola ha subito il primo di tanti infortuni: «Il destino mi ha tolto molto e mentalmente mi ha logorato: non lo augurerei a nessuno. Ma non mi sono mai arreso». Seguendo il consiglio dell’amico Paulo Vinícius, s’è fatto visitare da un chirurgo di Barcellona e ha risolto i problemi alle ginocchia con le infiltrazioni. Sognava l’Inghilterra o la Germania, su di lui c’era l’Hertha Berlino. Potrà trasferirsi magari ora, dopo il gol alla Francia che certifica un momento magico: tra 25 e 31 marzo, qualificazioni al Mondiale, prima ha fornito l’assist all’ex palermitano Roland Sallai nel 3-3 contro la Polonia, poi ha segnato in trasferta ad Andorra, al secondo minuto di recupero del primo tempo. Si è ripetuto contro la Francia il 19 giugno, su assist di Sallai, concludendo una travolgente volata verso la porta di Lloris, ancora una volta al secondo minuto di recupero del primo tempo. Così, alla 37° presenza, Fiola ha regalato all’Ungheria una festa smorzata dal pareggio di Griezmann al 66’, ma comunque degna di nota.

Attila Fiola non è nuovo a questi livelli. Cinque anni fa giocò nel 2-0 sull’Austria il 14 giugno 2016 (gol di Szalai e Stieber), poi il suo infortunio ha fatto spazio a Lang sulla corsia destra e Juhász al centro. Da allora, sono cambiate tante cose: Dzsudzsák ha dato addio alla nazionale, Gábor Király, il “portiere col pigiama” e Zoltán Gera si sono ritirati, il c.t. è nel frattempo diventato Marco Rossi, che ha commosso l’Italia con le sue lacrime: «Io un palcoscenico così l’ho visto solo in tv, a 56 anni mi pare di essere un bambino al Luna Park. Poi è chiaro, come i bambini vuoi giocare quando sei al Luna Park. Io non sono così stupido e arrogante da dire ‘andiamo a vincere a Monaco’. Questo è un giorno speciale. Noi siamo abituati a soffrire e lottare, è la storia del mondo. Chi ha talento arriva in vetta con poco sforzo perché Dio lo ha benedetto, chi ne ha meno come me deve lottare con unghie e denti per un posto al sole».

Il sole è quello di Budapest, l’unica città ospitante l’Europeo itinerante a permettere il 100% della capienza allo stadio: 65mila persone. Un fattore ambientale non da poco, e Griezmann lo ha platealmente ammesso: «L’atmosfera è stata forte, non eravamo più abituati, è stato difficile». È dalla panchina che Attila Fiola, a Euro 2016, ha festeggiato l’autorete di Sævarsson per il pari quasi a tempo scaduto con l’Islanda, ha assistito alla doppietta di Ronaldo e alle sgroppate di un incontenibile Eden Hazard nell’ottavo di finale perso per 0-4 col Belgio. Dopo il torneo, Fiola è passato al Videoton FC, poi diventato Mol Vidi (Vidi FC) nel 2018 e Fehérvár dal 2019. Lì è rimasto, ha vinto il campionato nel 2018 e la Coppa l’anno dopo, in squadra con Loïc Nego,l’ autore del provvidenziale pareggio il 12 novembre scorso nel playoff contro l’Islanda, prima del definitivo 2-1 di Szoboszlai, assente eccellente all’Europeo. Nel goulash-pressing ungherese – non è uno scherzo, si chiama così – la copertina contro la Francia se l’è così presa l’ “insospettabile” Attila Fiola.

Matteo Albanese

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