L’ombra di Antonio Conte su Simone Inzaghi. Il fiato sul collo si fa sentire. Sfumato il triplete con l’eliminazione in Coppa Italia al tecnico nerazzurro restano ancora due traguardi importantissimi da centrare quanto complicati da afferrare.
Simone Inzaghi, nelle ultime settimane, ha lasciato in eredità diversi segnali di nervosismo, tradotti non solo in sostituzioni sbagliate ma anche in atteggiamenti anche troppo al di sopra delle righe. Il tecnico nerazzurro non si è fatto mancare nulla. Ha trascorso praticamente un campionato fuori dall’area tecnica, rincorso l’arbitro in Inter – Udinese (gesto che gli è anche costato la squalifica) si è lamentato dei metri “rubati” dal Bologna “ricordandosene” però solamente dopo il gol subito considerando che il “fattaccio” si è svolto sotto i suoi occhi senza che battesse ciglio è perennemente, urlato, quasi intimando, al quarto uomo di non concedere recupero in un derby di Coppa Italia già straperso. Atteggiamenti al limite della sceneggiata, come spesso gli hanno rinfacciato i detrattori.
Al netto dei giudizi, restano le azioni: e la sensazione è che, Simone Inzaghi tradisca in panchina una difficoltà che rappresenta esattamente quella della sua squadra in un costante viaggio sul crine: eliminata dal Milan, (bis non richiesto della Supercoppa) è obbligata a respingere l’assalto del Napoli in campionato cercando, nel contempo, di vincere la doppia semifinale in Champions League contro il Barcellona. Non esattamente semplice. Evidentemente pesa anche l’effetto Antonio Conte. Quasi nessuno, come il tecnico del Napoli, ha il talento di mettere una pressione tale a chi insegue sino a portarlo al limite del bornout per poi effettuare il sorpasso dopo aver condotto larga parte del campionato ad inseguire.
Conte sa sfiancare l’avversario che non riesce a liberarsene e infine cede di schianto, logorato dalla pressione. Per informazioni rivolgersi a Max Allegri che, ai tempi del Milan, stagione 2011 – 2012, sembrava destinato a centrare un comodo bis in campionato prima di incappare in una Juventus feroce e determinata a tal punto da credere nello scudetto nonostante arrivasse da un settimo posto nel campionato precedente. Conte, in quella occasione sorprende tutti: alla guida di una squadra che, reduce da un settimo posto l’anno precedente, non gode di particolari favori del pronostico, prima tiene il passo dei rossoneri, poi ad aprile opera Il sorpasso, innestando le marce altissime imponendo al Milan un ritmo insostenibile. La Juventus vincerà quel campionato da imbattuta e i rossoneri crolleranno nelle ultime giornate, passando dal +3 a tre quarti di percorso a un -4 in classifica finale. Inzaghi è avvisato…
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