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Atletico Nacional: la mentalità dei campioni

Tornare in campo da campioni della Copa Libertadores in carica non è mai facile e le sventure di River Plate e San Lorenzo negli ultimi due anni ce lo hanno dimostrato: sembra aver intrapreso tutt’altra via invece l’Atletico Nacional che nella prima uscita internazionale post successo contro l’Independiente del Valle ha letteralmente spazzato via il Deportivo Municipal.

È vero l’avversario era di basso livello e la vittoria era facilmente pronosticabile ma una prova di forza dopo un successo così grande per la storia del club era tutt’altro che scontata. L’Atletico Nacional ha perso molto in questi mesi, in particolar modo in attacco sono andati via Ibarbo e Marlos Moreno, due che hanno contribuito a fare il grosso nel percorso di Libertadores. La squadra però si è tutt’altro che ridimensionata e ha trovato le sue nuove certezze.

In attesa del rientro del Lobo Guerra e praticamente certa di perdere un tassello fondamentale per gli equilibri come Perez la squadra si è appoggiata sul solito 4-2-3-1 con nuvi interpreti ma con la stessa filosofia. La principale novità è rappresentata da Rescaldani, nuovo terminale offensivo (già presente comunque in semifinali e finali di Copa) che dopo la positiva stagione al Quilmes ha ritrovato quella condizione che lo aveva portato in Europa giovanissimo ai tempi del Velez. Il bomber di scuola Fortin non è ancora entrato a pieno negli ingranaggi e non è riuscito ad andare in gol ma il sistema che gli ruota attorno funziona alla grande.

È Macnelly Torres il motore di tutto, un 10 dal piede educatissimo che scatena la velocità esplosiva di Berrio e le giocate di Mosquera.

Questo Atletico Nacional non si è dimenticato di come si vince e di come si affrontano le partite da dentro o fuori, specie se in trasferta. Il Deportivo Municipal è stato messo al tappeto ed il 5-0 finale è stato un chiaro segnale a tutte le pretendenti al titolo, compresi i connazionali dell’Independiente Santa Fe campione uscente che attenderà le avversarie al tabellone finale. Un collettivo mantenuto quasi in blocco che è riuscito a farsi ancora più squadra per sognare di nuovo un trofeo internazionale.

I Verdolagas ci sono e non perdonano: la miglior ricetta è sempre quella del vincere aiuta a vincere e per questo i campioni del Sudamerica non guardano in faccia a nesusno e continuano sul cammino tracciato.

Simone Gamberini

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