La settimana decisiva per l’Atlético Madrid è arrivata ma le premesse sono tutt’altro che buone: perché da qui a domenica i Colchoneros dovranno affrontare Juventus e Barcellona, partite vere, di quelle che hanno sempre esaltato la squadra del Cholo, che però con questo trend rischiano di essere più un incubo che un’occasione. Non tanto in Champions League, dove comunque l’obiettivo qualificazione sembra in controllo, quanto in una Liga che continua a riservare tantissime delusioni.
Il problema principale è la mancanza di vittorie: perché se è vero che l’Atlético Madrid è la squadra meno sconfitta della Liga assieme al Real con un KO soltanto, è preoccupante che abbia vinto solamente 6 delle 14 partite fin qui disputate. Numeri troppo fiacchi per chi vuole ambire al titolo, che portano a un margine potenziale di 6 punti (a seconda di chi vincerà il Clásico) dalla prima, decisamente troppo in un anno in cui Barcellona e Real sembrano già aver esaurito il bonus dei passi falsi.
E pensare che la metà di queste vittorie sono arrivate nelle prime tre giornate: 9 punti in avvio di campionato, solo 16 nelle successive 11 partite. In particolare le ultime 8 rappresentano l’emblema di questa squadra: imbattuta sì, ma con solo due vittorie, in una crisi mistica di pareggi che arrivano in ogni modo. Senza gol, in rimonta o rimontati, con esito praticamente sempre uguale. E l’ultima partita con il Granada è stata quella più deludente: perché si pensava che dopo il successo per 3-1 con l’Espanyol qualcosa si potesse essere sbloccato, e invece gli errori si sono ripetuti, facendo superare nella statistiche al numero di pareggi quello delle vittorie in Liga.
In periodo di mercato sembrava che la forza dell’Atlético Madrid di quest’anno fosse il ricambio in rosa, una ventata di aria fresca con tanti volti nuovi motivatissimi a rappresentare la nuova generazione dell’Atlético. Ma al momento ciò che sta frenando la squadra di Simeone è proprio la profondità della panchina: le assenze sono tantissime e alcune molto pesanti, basti pensare che per infortunio sono mancati Diego Costa, Giménez, Savic e Thomas, e nell’ultima partita anche Saúl per squalifica. Tanti nomi pesanti, al momento non rimpiazzati a dovere, o quantomeno non con lo stesso peso specifico in campo.
Emblema di tutto ciò l’ingresso in casa del Granada di Poveda, giovane della squadra B che non ha mai trovato grande spazio a cui è stato chiesto di incidere su una gara nuovamente bloccata. Al momento sembrano mancare le risorse più delle idee, e con un morale così scuotersi è complicato.
I giocatori che lasciano spiragli per il buonumore sono due: Morata e Renan Lodi, oltre a Oblak che è una garanzia da anni. L’ex Juventus sta vivendo il miglior anno della sua carriera, con medie realizzative altissime e una abilità nel gioco aereo che lo rende il miglior colpitore di testa dell’intero campionato. Morata è tornato in nazionale, stavolta forse in maniera definitiva per rappresentare il vero 9 della Roja, ma al momento serve anche maggiore sostegno alla sua azione perché l’Atlético Madrid ha segnato meno della metà dei gol del Barcellona, e anche il Betis quindicesimo ha segnato di più.
Il terzino brasiliano invece è un’enorme risorsa per il futuro, al di là del gol segnato nell’ultimo turno. Potrebbe diventare l’erede di Filipe Luis anche con la maglia della nazionale: è forte, veloce e ha un piede che canta. Se c’è un calciatore con margini di crescita in questa rosa è lui, ma un contesto più allegro potrebbe aiutarlo a essere parte di un grande collettivo e non solo una delle poche note positive.
Ora arrivano Juventus e Barcellona, le sfide più importanti in cui verrà recuperato definitivamente Joao Felix. Forse la vera speranza per rivedere un Atlético Madrid in grado non solo di fare una bella impressione, ma anche di vincere, attualmente la cosa più complicata di tutte.
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