L’Atalanta esce dalla Champions League nel modo peggiore possibile: ko con il Bruges, serataccia per la squadra di Gasperini che abbandona la competizione con due sconfitte su due nei 180’ contro i belgi. Al netto del risultato, resta il retrogusto amaro legato all’idea di aver lasciato strada a un avversario largamente alla portata ma incrociato nel momento sbagliato.
Troppe partite, pochi ricambi: la stanchezza fisica e mentale ha evidentemente preso il sopravvento e sono mancati i sostituti all’altezza di situazioni e aspettative. Il Bruges ha giocato la sua onesta partita, tesaurizzando le amnesie dell’Atalanta, uscita ridimensionata anche perché incappata in un primo tempo di difficoltà fisica pagato oltre gli oggettivi demeriti. Forse il calcio di rigore sbagliato da Lookman avrebbe spostato l’inerzia e spinto la dea, sulle ali dell’entusiasmo, verso una clamorosa rimonta, ma con i se e i ma non si scrive la storia, e comunque evidentemente non era serata. L’unica certezza è la bontà della reazione, dopo 45’ che avevano ampiamente compromesso la qualificazione.
Nel doppio confronto contro il Bruges tutto quello che poteva andare storto è andato storto. Resta tuttavia la sensazione che la squadra di Gasperini abbia perso brillantezza e, di conseguenza, compattezza e incisività. Non è neanche una novità: è da almeno un mese che, complici infortuni, cali di forma e panchina corta, la squadra abbia un (bel) po’ smarrito buona parte di quella freschezza ed esuberanza atletica della prima parte della stagione. Lo dicono anche i numeri: l’Atalanta nelle ultime sette partite ha sommato solo dieci punti, collezionato tre pareggi, ha perso due volte in Champions League. Una flessione evidente considerate anche le premesse di un inizio di stagione assai incoraggiante e che aveva lasciato in eredità solide certezze sgretolatasi in poche settimane.
Non è utopistico pensare che l’Atalanta, potendosi concentrare esclusivamente sul campionato, abbia le carte in tavola per tornare a giocare nell’Europa che conta anche nella prossima stagione a patto che non si compromettano i rapporti fra Gasperini e il club, incrinatosi dopo la chiusura della finestra di mercato invernale. Il tecnico, sin dalle primissime ore del 2025, non le aveva mandate a dire, chiedendo apertamente rinforzi e lanciando segnali chiarissimi già nella semifinale di Supercoppa Italiana, rinunciando di fatto a giocarsi un trofeo per risparmiare forze e uomini in vista della fase cruciale della stagione. Svanite le coppe, resta il campionato e non è così impossibile pensare che la dea, giocando una partita a settimana, possa ritrovare in fretta la brillantezza necessaria per tornare ad alti livelli.
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