L’Atalanta c’è: la squadra di Gasperini mostra i muscoli e cala un poker servito dimostrando di potersi sedere, anche piuttosto comodamente, nel tavolo di chi ambisce a un campionato di vertice. Il 4-0 rifilato al Lecce a domicilio è un segnale fortissimo alla concorrenza.
L’Atalanta si conferma come dea del collettivo. Non era assolutamente facile imporsi in un campo comunque complicato come quello del Lecce, specialmente dopo le ultime settimane. La squadra di Gasperini si era presentata nelle peggiori condizioni possibili. Il gravissimo infortunio di Scamacca, il forfait di Zaniolo, il caso Koopmeiners, l’ammutinamento di Lookman potevano togliere serenità e compattezza a un gruppo che ha invece assorbito e lanciato immediatamente in orbita i nuovi acquisti. Retegui e Brescianini, poco più di una manciata di giorni a Zingonia, recitano da protagonisti un ruolo che sembrava cucito su misura. Due squilli a testa, quanto basta per far fischiare le orecchie a tutto il campionato.
L’effetto Gasperini è evidente: il tecnico è l’uomo in più, il valore aggiunto di un progetto che ancora una volta ha permesso alla squadra di andare oltre le difficoltà mantenendo determinazione, concentrazione e qualità. Al netto degli interpreti, il gioco e i risultati non cambiano e chiunque entra nel meccanismo del tecnico non solo riesce ad adeguarsi, ma anche a triplicare il proprio rendimento. Retegui si è mosso da centravanti d’area vero, segnando un gol da “9” nel senso più pieno del termine. Brescianini ha messo a disposizione della squadra la sua capacità di lotta e governo come se fosse a Bergamo da anni e non da pochi giorni.
In quel di Zingonia non lo dice nessuno, ma è legittimo coltivare ambizioni importanti. Senza girarci intorno, lo scudetto non è una utopia assoluta per una squadra capace di imporsi in Europa League e di preoccupare il Real Madrid in Supercoppa. Resta da capire se e quanto il mercato possa influire sul futuro di una squadra che dà la sensazione di dover restare assolutamente coesa in campo e fuori per funzionare. Qualora la Dea riuscisse a trattenere Koopmeiners e Lookman, ipotesi tutt’alto che scontata, compirebbe un capolavoro. Se non ci riuscisse, ci sarà una nuova partita da giocare, assemblando i nuovi arrivi assorbendo senza traumi eventuali partenze eccellenti. Iniziare con il piede giusto, in questo senso, dà più di una mano ed è più di un segnale, ma la conferma che Gasperini, sempre a caccia di nuove certezze, impiega come sempre pochissimo tempo a trovarle.
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