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Atalanta, fra consapevolezza e ambizioni: la costante di ottobre

Se l’Atalanta giocasse gli scontri diretti sempre contro il Napoli, vincerebbe più titoli del Real Madrid. Ancora una volta la Dea si impone al Maradona con lo stesso punteggio dello scorso anno: lo 0-3 maturato al termine della sfida contro la squadra di Conte, però, ha un peso specifico evidentemente diverso rispetto a quello dello scorso anno.

Atalanta strutturata per essere al vertice

Non è una novità, specialmente nella prima parte del campionato, quando alcune big sono ancora alla ricerca della quadra e altre della squadra, che l’Atalanta si inserisca nelle zone altissime della classifica. E come spesso accade, si parla di scudetto. Più realisticamente la Dea sfrutta la continuità del lavoro di Gasperini che inserisce ogni anno un nuovo innesto in un organico collaudatissimo e di grande redditività. Basti pensare che il tecnico ha messo in campo, nella ripresa Samardzic e Retegui e ha lasciato in panchina Zaniolo in attesa del ritorno, per il rush finale, di Scamacca.

L’Atalanta impressiona anche per la varietà di soluzioni: Gasperini si è potuto permettere il lusso di risparmiare Retegui in ottica Champions per inserire dal primo di gioco Lookman. Cambiano gli interpreti, ma non la sostanza: c’è una impronta chiarissima di gioco che permette a chiunque scende in campo di far cambiare pelle alla squadra senza stravolgerla. Questo significa essere strutturati per lottare al vertice.

Scudetto, consapevolezza e ambizioni

Premesso che il Napoli è comunque ancora primo in classifica, l’Inter resta la squadra da battere e la Juventus ha ancora ampi margini di miglioramento, per l’Atalanta non è per forza un sogno pensare di vincere lo scudetto. La squadra ha maturato consapevolezza della propria forza. Ha sfiorato la Coppa Italia e materializzato il suo percorso di crescita in Europa League, competizione in cui ha eliminato e maltrattato club del calibro di Liverpool e Bayer Leverkusen, capolista in Inghilterra e campioni di Germania. Ha fatto tremare il Real Madrid in Supercoppa Europea. Anche nelle prime uscite in Champions, ha messo in campo tecnica, fisica e atteggiamento giusto per mettere in difficoltà qualsiasi avversario.

In Italia, ha perso male contro l’Inter ed è scivolata sul Como, ma la rosa è anche abbastanza lunga per arrivare sino in fondo e mettere, se non paura, perlomeno sul chi va là chiunque: vincere in casa della capolista, segnando tre gol alla difesa migliore d’Europa, dà la sensazione che questa squadra sia all’altezza e abbia il phisique du role per inseguire i propri obiettivi e la serenità che non raggiungerli non rappresenti un fallimento ma la tappa di un percorso comunque straordinario. Ed è dalla serenità dei nervi distesi che spesso arrivano i risultati più importanti.

Pasquale Luigi Pellicone

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