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Astana FK: alla scoperta di un miracolo sportivo

Anno dopo anno il calcio europeo ci regala dei piccoli confetti di curiosità, stupore e simpatia per la scoperta di realtà calcistiche molto lontane dalle nostre. In particolare l’Europa League è una competizione che da la possibilità di conoscere dei club molto particolari in giro per il Vecchio Continente. Alla lista delle piccole imprese sportive, ieri si è aggiunto l’FK Astana, che con la vittoria esterna sul campo dello Slavia Praga si è assicurato il passaggio ai sedicesimi di finale della competizione europea. I giallo-blu capitolini rappresentano il primo club kazako in grado di raggiungere questo obbiettivo, che ad inizio stagione sembrava a tutti gli effetti impossibile. Dopo aver vinto nei primi giorni di novembre la Qazaqstan Prem’er Ligasy per la quarta volta nella propria storia, l’approdo nelle migliori 32 dell’Europa League è un risultato tanto leggendario quanto sorprendente. Ma dove risiede la capacità di un club così piccolo, di conquistare traguardi così grandi? Scopriamolo insieme nelle varie sezioni di questo articolo.


1. La società

      

L’FK Astana nasce nel 2009 a seguito della fusione di due realtà calcistiche kazake nel mezzo di gravi problemi economici. In un tempo molto rapido i giallo-blu si sono imposti come miglior realtà calcistica del paese, conquistando 9 titoli nazionali tra campionati e coppe, in soli 8 anni di vita, di cui 4 campionati filati dal 2014 ad oggi. L’Astana rappresenta in vero anche il primo e fino ad ora unico tentativo del calcio kazako di farsi spazio in Europa, essendo entrato spesso nei preliminari delle coppe europee. Dietro al rapido successo del club kazako, c’è un importante giro economico che ha consentito l’arrivo di giocatori di appeal internazionale, nonché l’ingrandimento di un brand di difficile gestione. Alla scrivania presidenziale dell’Astana siede Sayan Khamitzhanov, che in passato ha ricoperto il ruolo di segretario della Federcalcio del Kazakistan. Khamitzhanov non è tuttavia il proprietario del complesso Astana; lo è infatti la società Samruk Kazyna, capitanata da Umirzak Shukeyev, il cui patrimonio economico è stimato in 80 miliardi di dollari. Cifre da capogiro, che nessun’altra società calcistica può vantare con certezza, e che derivano da strette collaborazioni con istituzioni kazake, quali le ferrovie statali, il servizio postale, e la gestione del petrolio nel sottosuolo nazionale. Terra ricca quella kazaka, tanto da rappresentare una colonna portante del lucroso commercio dell’oro nero a livello globale. Ovviamente gli investimenti fatti nel club non corrispondono alla totale disponibilità economica della Samruk, che saggiamente sa di non poter aspettarsi delle conquiste continentale dal piccolo club dell’Astana.


2. La storia della squadra

      

La costruzione della società che oggi possiamo ammirare è partita anni fa, con l’intento di attirare l’attenzione mediatica e di tifo, attraverso l’ingaggio di profili famosi e storici dell’arte del calcio. A livello di calciatori arrivano, per chiudere le loro gloriose carriere, due giocatori sovietici come Egor Titov e Maksim Shatskix, mentre in panchina viene messo Sergej Juran, in giovinezza attivo soprattutto nel calcio portoghese, e con buone esperienze da manager alle spalle. Ma andiamo con ordine. L’arrivo di Titov, leggenda assoluta di un club blasonato come lo Spartak Mosca, è stato in assoluto il primo sussulto di vita dell’Astana, che grazie ad un ingaggio proporzionalmente mostruoso, si è potuta assicurare la presenza in rosa di una leggenda del più bel gioco. Con più di 40 presenze in nazionale, e con decenni di carriera nel campionato russo, Titov è stato un pioniere per la squadra kazaka. Dopo poche settimane l’arrivo di Shatskix, attaccante uzbeko con circa 300 presenze con la maglia della Dinamo Kyev ha definito l’intenzione della società di affidarsi a “vecchie volpi” del calcio; una strategia che sembra aver funzionato, guardando la situazione odierna del club. La scelta dell’allenatore è invece ricaduta su Juran, che da calciatore ha indossate maglie di livello come quella del Benfica, del Porto, del Millwall e del Bochum. Nonostante queste tre figure non abbiano lasciato un’impronta effettiva indelebile nella storia dell’Astana, rappresentano ancora oggi i pilastri del ponte di collegamento tra la vecchia Lokomotiv e l’odierna FK. A seguito del loro addio il club ha potuto dunque assicurarsi le prestazioni di numerosi giocatori di livello per il campionato kazako, uomini che sono diventati protagonista della crescita europea della società. Dal 2012 l’Astana è infatti coinvolta costantemente nei preliminari delle competizioni europee, dove ha incontrato (e spesso battuto) club di tradizione e blasone storici come Villarreal, HJK Helsinki, Maribor, AIK e Hapoel tel Aviv. 


3. La rosa attuale

      

Il sorteggio di Europa League è stato un momento storico per il club della capitale kazaka, che ha atteso con trepidazione il proprio destino previsto dall’urna di Nyon. Nonostante il Gruppo A, dove è finito l’Astana, non sia stato uno dei più duri della competizione, il livello delle avversarie era sufficientemente alto da potersi aspettare una figuraccia per gli uomini di mister Stanimir Stoilov. Evidentemente non è stato così, ed i ragazzi in giallo-blu sono stati protagonisti di una campagna trionfale per gli stadi europei. La vittoria di misura, in trasferta contro lo Slavia Praga è stata tutto ciò che serviva all’Astana per passare al turno successivo insieme al Villarreal, avendo ormai staccato un Maccabi tel Aviv assente dal panorama calcistico europeo anche probabilmente per i duri conflitti nazionali israeliani di questo periodo. La qualità della rosa kazaka si è dimostrata sufficiente per portare a casa un invidiabile bottino di 10 punti, uno solo in meno del Sottomarino Giallo spagnolo, club esponenzialmente più blasonato. Anche grazie ad una fitta girandola di prestiti, l’FK dispone di una squadra oltre che di ottima qualità, a maggioranza kazaka e anche molto giovane. La formazione schierata ieri contro la squadra della Repubblica Ceca è molto simile al prototipo di undici ideale. Nenad Eric difende i pali forte della sua esperienza decennale, aiutato dai centrali Anicic (nativo dell’infuocata Mostar, nonchè ex del Zrinjski) e Logvinenko, fondamentale anche per la nazionale kazaka. A centrocampo agisce solitamente il giovane Laszlo Kleinheisler, in prestito dal Werder Brema, che si era già fatto conoscere ad Euro 2016 con la nazionale dell’Ungheria. La fase offensiva è affidata al congolese Junior Kabananga, supportato da Serikzhan Muzhikov e Patrick Twumasi, ala ghanese che compare anche con una certa consistenza nella classifica marcatori dell’Europa League.


Archiviato questo fantastico successo, è difficile capire se l’FK Astana sarà ancora in grado di stupire nei sedicesimi di finale. La seconda posizione del girone condanna i kazaki ad un sorteggio non facile, considerata anche la lunga pausa fino a febbraio da ogni competizione ufficiale per i giallo-blu. Tuttavia, i tifosi e gli appassionati possono guardare al futuro con fiducia: il club è in costante crescita, e si propone di diventare una presenza fissa nelle coppe europee.

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