Alla sua prima stagione iberica, l’attaccante ucraino ha segnato la bellezza di 24 gol. In passato era stato seguito da Torino e Salernitana
Quello di Zirkzee potrebbe non essere l’unico colpo in attacco del Milan. I rossoneri stanno lavorando con l’entourage dell’olandese per abbassare le commissioni: vogliono 15 milioni di euro, ma il club di via Aldo Rossi punta a dimezzare la richiesta. O comunque andare sotto i 10 milioni di euro. Il Diavolo, però, vorrebbe regalare a Paulo Fonseca (che in questi giorni sarà ufficializzato come nuovo allenatore) anche un altro attaccante. Di Guirassy dello Stoccarda (clausola da 17,5 milioni di euro) e di Broja del Chelsea (avversario dell’Italia con la sua Albania nella prima gara degli Europei) è stato detto tutto. Ma sul taccuino dei dirigenti rossoneri c’è anche Artem Dovbyk del Girona. Capocannoniere nella Liga in Spagna. L’uomo che ha spezzato l’egemonia di Real Madrid e Barcellona: dal 2010 la classifica cannonieri (il trofeo Pichichi) non era vinta da giocatori o delle Merengues o dai blaugrana.
Alla sua prima stagione iberica con il Girona, l’attaccante ucraino ha segnato la bellezza di 24 gol (meglio di Bellingham e Lewandowski, per intenderci), riuscendo ad aggiudicarsi il primo posto grazie a una tripletta nell’ultima giornata, con cui ha superato Alexander Sorloth, collega e rivale del Villarreal, rimasto fermo a 23 dopo un poker siglato nel penultimo turno.
Di attaccanti ucraini al Milan se ne intendono molto. Basti ricordare Andriy Shevchenko. Ed è stato proprio lui, quando era ct dell’Ucraina, a puntare su Dovbyk, quando era ancora sconosciuto e il suo valore di mercato si aggirava intorno ai 400mila euro. E l’attaccante aveva ricambiato la fiducia del commissario tecnico con il gol firmato al 120’ contro la Svezia, negli ottavi di Euro2021 con l’Ucraina che si qualificò per la prima volta tra le otto grandi del Vecchio Continente.
È sbarcato in Spagna, nel Girona, l’estate scorsa. Il club spagnolo ha sborsato 7,75 per prelevarlo dall’SK Dnipro-1, fissando un nuovo record per la società: Dovbyk è l’acquisto più oneroso di sempre per il club catalano, ufficializzato anche grazie a Pere Guardiola (fratello di Pep e presidente del Cda) e al connazionale Viktor Tsygankov, arrivato con lui la stessa estate. La dirigenza del Girona, inoltre, aveva deciso anche di assumere un magazziniere ucraino per aiutarlo con le traduzioni: una scelta azzeccata visto che anche grazie ai suoi gol il Girona si è qualificato in Champions League.
Per Dovbyk, però, non è sempre stato tutto rose e fiori. Ha dovuto affrontare molti ostacoli prima di vincere il titolo di capocannoniere in Spagna. Quando ha scelto di lasciare l’Ucraina per cercare fortuna con il Midtjylland in Danimarca, si era procurato una lesione del legamento crociato, restando fermo per otto mesi. Un duro colpo per la sua carriera. Con Dovbyk che è ritornato al Dnipro, squadra con la quale si era messo in mostra in patria. Nel febbraio del 2022, poi, lo scoppio della guerra con la Russia. Con Dovbyk accusato di essere un moscovita dopo aver risposto in russo a un giornalista proprio dopo il gol contro la Scozia. La sua risposta è stata la partecipazione al “Global Tour for Peace” organizzato dalle due squadre di calcio più importanti del paese (Dinamo Kiev e Shakhtar Donetsk) per raccogliere fondi per i rifugiati.
Ma allora perché quella risposta in russo? È tutto dovuto per le sue origini: Cherkasy, dove è cresciuto, era un importante centro chimico dell’Ucraina sovietica durante la Guerra Fredda. Eppure, dal suo arrivo in Spagna, il conflitto sembra essere una cosa lontanissima: “La gente qui si dimentica della guerra in Ucraina. Semplicemente non capiscono cosa significhi. Ne abbiamo parlato, ma non sono interessati. Viktor Tsygankov e io siamo stati interpellati più volte nella squadra. Mostriamo loro una foto: i primi minuti sono scioccati, poi proseguono come niente fosse, non sono più interessati”, le sue parole.
Artem è finito anche al centro di una controversia in famiglia. Il motivo? Dovbyk senior sogna il Manchester United per il figlio, ma il City Group ha iniziato a corteggiarlo già dal 2020 per il Troyes. Niente Francia per Dovbyk, ma lui entra nel gruppo solo nel 2023 con il Girona e alla domanda su un possibile futuro al Manchester City non si scomposto, sembrando un robot (il suo soprannome è, tra l’altro, The Machine): finché nei Citizens c’è uno Erling Haaland meglio di no, poi per il futuro non si sa mai. E pensare che per lui, in passato, ci avevano provato anche Salernitana e Torino. Adesso ci pensa il Milan.
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