Danny Welbeck non segnava in Coppa di Lega dal 23 settembre 2009, quando ancora si parlava di Carling Cup. Sono cambiati i tempi e l’attaccante inglese da giovane promessa è diventato un punto fermo nella rosa dell’Arsenal ed è stato un suo gol a portare i Gunners in semifinale di quella che è diventata la Carabao Cup, per tutti League Cup. La rete del classe ’90 è stata decisiva per stendere un West Ham che si è mostrato ancora una volta in grado di difendere bene di posizione e di fisico, ma che ha pagato una delle poche disattenzioni sul finale di primo tempo.
La squadra di Moyes ha ancora una volta offerto una prova ampiamente sufficiente a livello difensivo, una costante dopo l’inizio estremamente complicato della gestione dell’ex tecnico di Everton e Manchester United. Gli Irons hanno schierato un buon mix di esperienza, fisico e gioventù, con in vista i due intermedi Quina e Rice, entrambi classe 1999 che hanno subito in particolar modo l’impeto di Elneny e Coquelin. I diciottenni avevano il difficile compito di raccordare il duo offensivo composto da Hernandez ed Ayew al resto della squadra, ma l’ottima capacità di giocare in anticipo dei londinesi di casa ha di fatto impedito all’attacco del West Ham di avere palloni giocabili. Il ritorno tra i pali di Joe Hart si è invece rivelato piuttosto incolore, con qualche colpa sul gol e un paio di incertezze da brivido.
La partita è stata presto monopolizzata dall’Arsenal: poche però le idee offensive degli uomini di Wenger. Le azioni principali si sono sviluppate soprattutto sulla destra dove Debuchy ha mostrato un’ottima gamba ed Elneny andava a posizionarsi per evitare il traffico centrale. Anche lo stesso Welbeck, di base posizionato a sinistra, si è mosso tanto per andare alla ricerca della posizione ma i maggiori successi li ha trovati quando ha affiancato Giroud a centro area, come ha dimostrato il gol dell’1-0. Cresswell, mancino naturale adattato a destra, ha faticato nel leggere la posizione del diretto avversario.
Le conclusioni in porta e le grandi occasioni create dall’Arsenal sono state però poche oltre al gol decisivo. La mancanza di qualità è pesata, soltanto un episodio ha permesso all’Arsenal di evitare i supplementari e i rigori. Meglio non hanno fatto gli Hammers, i quali non hanno mai nemmeno centrato lo specchio della porta difesa da Ospina. Wenger si è portato a casa oltre alla qualificazione l’ottima prova di Joe Willock, classe 1999 già lanciato in Europa League e ancora una volta confermatosi giocatore di livello. Non è da escludere che in semifinale possa avere di nuovo spazio, anche se l’avversaria potrebbe essere di caratura superiore e la Carabao Cup per l’Arsenal è un obiettivo concreto.
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