Arrigo Sacchi ora sembra vedere con maggiore lucidità la finale di USA ’94 che la sua Nazionale aveva perso con il Brasile. Ecco il suo pensiero.
Perdere un Mondiale fa certamente male, a maggior ragione se si è riusciti a non sfigurare in finale, soprattutto se l’avversario è uno di quelli più forti della storia, il Brasile degli anni ’90. È proprio per questo che tantissimi nostri connazionali non riescono a mettere del tutto da parte l’amarezza per la sconfitta subita contro n verdeoro a Pasadina, dove i sudamericani sono riusciti a imporsi solo ai rigori.
Decisivi in negativo gli errori dal dischetto di tre campioni del calibro di Franco Baresi, Roberto Baggio e Daniele Massaro. Questa non può che essere la dimostrazione più evidente di come possa bastare poco per commettere un errore anche se in passato si è stati perfetti o quasi dal dischetto. Pochi giorni fa Arrigo Sacchi, che sedeva sulla panchina azzurra in quel match, sembrava avere dato indirettamente la colpa dell’accaduto al “Divin Codino”, oggi invece ha provato a raddrizzare il tiro.
“La differenza tra la mia Italia del 1994 e l’Italia del 2006 che ha vinto un titolo è in un rigore: Roberto Baggio lo sbaglia, Fabio Grosso lo segna”. Queste erano le parole pronunciate pochi giorni fa da Arrigo Sacchi, accusato da gran parte della critica di dare la colpa all’ex numero dieci del suo insuccesso, nonostante lui sia stato decisivo in diverse partite, anzi son stati proprio i suoi gol che hanno permesso agli azzurri di arrivare in finale.
Ora l’ex allenatore ha voluto provare a raddrizzare il tiro, comprendendo evidentemente di come le sue dichiarazioni potessero essere fraintese: “Quando dico che ‘La differenza tra la mia Italia del 1994 e l’Italia di Lippi del 2006 che ha vinto il titolo è in un rigore: Roberto Baggio lo sbaglia, Fabio Grosso lo segna’, qualcuno, secondo me erroneamente, ha voluto interpretare le mie parole come un atto di accusa a Baggio e una mancanza di gratitudine nei suoi confronti – ha detto a ‘La Gazzetta dello Sport’ -. Lungi da me, questa intenzione. Io sarò sempre riconoscente ai miei giocatori che mi hanno permesso di arrivare fino a quel traguardo, e quel traguardo, quel secondo posto, continuerò a rivendicarlo con orgoglio perché fu il risultato di un percorso straordinario e faticosissimo, compiuto in salita e con mille avversari che ci remavano contro”.
Anzi, a essere precisi, citare solo Baggio è riduttivo visto che non è stato l’unco a fallire dal dischetto. È per questo che Sacchi si è sentito in dovere di fare un’ulteriore precisazione a riguardo: “Molto più semplicemente, con quella frase, intendevo sottolineare che un rigore, anzi tre perché noi con il Brasile ne sbagliammo tre (oltre a Roberto Baggio, anche Baresi e Massaro), non può far pendere la bilancia da una parte o dall’altra, non può essere decisivo nel giudizio complessivo di un’esperienza. Tutto qui” – ha concluso.
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