Non è riuscito nello storico record l’Atletico Nacional ma le cose sono andate decisamente bene nel complesso: 16 punti su 18 nel girone di Copa Libertadores condite da un clamoroso 0 nella casella dei gol subiti, merito di una grande organizzazione di gioco e di un super Franco Armani tra i pali.
Il Verdolaga ha giocato una fase a gruppi sensazionale dove ha sfruttato ogni qualità della propria rosa, dall’organizzazione tattica alla impressionante velocità del reparto offensivo passando anche per le parate del portierone Armani.
Un argentino in Colombia, cosa piuttosto frequente nel futbol contemporaneo anche se sorprende l’impatto di questo carismatico numero 1 in una realtà in evoluzione come quella cafetera. Armani è uno dei simboli di questa squadra visto i suoi sei anni di militanza esaltati da una carriera in crescendo: l’Atletico Nacional degli ultimi anni ha trovato importanti certezze in campo internazionale e, adesso che è tornato ad avere una rosa competitiva per sognare in grande, può fare leva su un portiere che è maturato fino a diventare uno dei migliori dell’intera Libertadores
“Quello che è impossibile per gli uomini è possibile per Franco Armani”
Dal punto di vista dello spettacolo è un latino in tutto e per tutto: tuffi acrobatici, carisma, e uscite folli che quasi sempre risultano idee geniali. La partita più importante di questa fase a gironi è sicuramente la trasferta peruviana in casa dello Sporting Cristal dove i Verdolagas hanno vinto per 1-0 mantenendo la porta inviolata grazie a più miracoli del proprio portiere divenuto ancor più idolo di quanto già non fosse.
Grande tecnica da portiere che adesso trova riscontri anche nelle statistiche: 629 minuti senza subire gol in Copa Libertadores che di per sé sono già numeri importanti ma acquisiscono ancora più valore se si aggiunge che è il record assoluto della storia del club e si lascia alle spalle un mostro sacro della storia del calcio colombiano come René Higuita che si era fermato a 482 ed era già stato superato la settimana scorsa.
La consacrazione di un grande portiere, uno dei tanti punti fermi di un Atletico Nacional che ha trovato la retta via per il successo e adesso sogna di portare per la seconda volta nella storia una Copa Libertadores in Colombia.
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