Lo ha dimostrato di nuovo, come se poi ce ne fosse bisogno. Angel Di Maria è fondamentale per l’Argentina, unico nel suo genere. Determinante per una nazionale che, quando ha dovuto fare a meno del suo gioiello, ha sempre faticato. Per capire l’importanza che Di Maria ha per l’Argentina basta andare a vedere le due finali giocate dall’Albiceleste, senza il suo numero sette, nel Mondiale 2014 e nella Copa America 2015; due sconfitte, perché se Messi è la star, Di Maria è l’uomo chiave.
Poche ore prima dell’inizio del match la notizia: la nonna di Di Maria è venuta a mancare. Il giocatore è a pezzi, ma vuole essere comunque della gara perché l’esordio è contro il Cile, quello stesso Cile che un anno fa ha soffiato il torneo all’albiceleste. E allora nonostante il dolore “El Fideo” gioca e lo fa alla sua maniera, risultando decisivo con il goal del vantaggio e l’assist del raddoppio. Dopo la rete dell’uno a zero la corsa verso la panchina con gli occhi visibilmente lucidi, poi la maglietta con la scritta “Mi mancherai tantissimo”. Angel piange con la braccia rivolte al cielo, salutando per l’ultima volta il suo angelo, volato in paradiso.
Nell’Argentina il 23 lo indossa Andujar, non proprio il giocatore più importante della rosa; questo numero però, per questa nazionale, rappresenta una sorta di maledizione. Sono infatti 23 anni che l’albiceleste non vince un titolo: era il lontano 1993 e grazie ad una doppietta di Batistuta, l’Argentina portò a casa la Copa America ai danni del Messico. Da allora solo delusioni. E’ il momento di invertire la rotta e contro il Cile gli uomini del Tata Martino hanno mostrato voglia, cattiveria e desiderio di successo. La prima battaglia è stata vinta, ne restano sei; la meta è ancora lontana, ma la strada intrapresa è quella giusta.
Nel 2014 contro la Germania era assente per infortunio; nel 2015 contro il Cile è uscito anzitempo per un problema muscolare. Quest’anno vuole esserci per tutto il corso del torneo perché troppo importante per l’Argentina. Non stiamo parlando di Messi, ma di Angel Di Maria, il vero uomo in più dell’albiceleste. Il “Fideo” sulla fascia sinistra è devastante: crea sempre la superiorità numerica e può decidere, senza che il risultato cambi, se crossare o rientrare per poi calciare in porta. Inoltre nel 4-3-3 può ricoprire due ruoli: o l’esterno d’attacco, oppure l’intermedio di centrocampo (invenzione tattica che permise al Real di Ancelotti di vincere la “decima”).
Dopo anni di inferno, l’Argentina vuole tornare in paradiso e per farlo ha bisogno del suo angelo, ha bisogno di Angel Di Maria.
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