C’è stato bisogno di aspettare la terza partita per vedere finalmente l’Argentina: due gare da dimenticare prima di trovare la vittoria contro il Qatar. Nazionale sottovalutata, comunque campione d’Asia e in grado di mettere in atto due buone prove in questa prima assoluta in Copa América.
Lautaro e poi Aguero, l’Argentina finalmente con delle soluzioni alternative a un Messi spremuto nei primi due impegni. Questa forse la notizia più bella, quelle di poter contare su delle alternative e di aver trovare alcune chiavi tattiche in avanti per trovare velocità con uomini differenti. Una vittoria che ha un sapore importantissimo: principalmente perché qualifica l’Albiceleste ai quarti senza dover aspettare gli altri gironi, un secondo posto che non è il migliore degli scenari immaginati ma che a questo punto rischiava di essere anche un traguardo complicato, visto che una vittoria del Paraguay le avrebbe fatto guardare il quadro delle terze.
E poi emotivamente ci può essere la molla giusta: quella che in realtà c’è stata anche in Russia un anno fa, perché l’Argentina contro la Francia trovò una buona prestazione e perse contro una squadra più forte globalmente, a differenza della fase a gironi in cui si fece mettere i piedi in testa da nazionali molto meno quotate.
Ecco perché una vittoria così può essere importante: per la fiducia, per far tornare l’Argentina quantomeno nella lista delle pretendenti, da cui era senz’altro uscita dopo il punto in due partite con Colombia e Paraguay. Una vittoria che però può anche significare poco perché la crescita necessaria per far bene è ancora tanta: dal ritmo alla capacità di dominare la partita, ancora di strada ce ne è da fare. Ma per una squadra che fino a poco tempo fa faticava a trovare anche un briciolo di identità anche una vittoria secca sul Qatar sembra essere uno scossone importante.
Ora c’è il Venezuela, poi eventualmente il Brasile. La Copa América dell’Argentina probabilmente è appena cominciata.