Vista la situazione complicata di classifica e l’inaspettato rischio di rimanere fuori dal Mondiale la Federazione calcistica argentina (AFA) ha chiesto ed ottenuto di giocare l’ultima partita in casa alla Bombonera e non al Monumental. Il discorso riguarda la capienza ridotta dello stadio del Boca Juniors e la acustica di questo fantastico impianto che incuterà sicuramente maggiore timore agli avversari rispetto al consueto stadio di Nuñez, più esposto all’aria aperta e che disperde più facilmente il suono.
L’Argentina però ha fatto male i conti. O forse non ha pensato o voluto pensare al passato. L’avversario infatti è il Perù, la nazionale che proprio alla Bombonera regalò nel 1969 la più grande delusione calcistica della storia albiceleste e che potrebbe recitare lo stesso ruolo all’interno dello stesso teatro 48 anni più tardi.
L’Argentina per diverse edizioni non ha partecipato ai Mondiali per motivi di protesta dovuti sostanzialmente alla mancata assegnazione dei Mondiali del 1938 ma solamente una volta ha partecipato alle qualificazioni mancando l’accesso alla fase finale: quel Mondiale è quello di Messico ’70 e l’eliminazione arrivò proprio per mano del Perù alla Bombonera.
A quei tempi le qualificazioni delle squadre sudamericane ai Mondiali sudamericani funzionavano in maniera differente a causa di un numero ridotto di squadre che potevano qualificarsi rispetto quelle di oggi. La struttura delle qualificazioni Conmebol prevedeva tre gironi: due da tre squadre e uno da quattro e si qualificavano solamente le tre vincenti.
Nel Gruppo B si qualifica il Brasile, nel Gruppo C l’Uruguay. Nel Gruppo A, il Perù.
Il Gruppo A era composto da Bolivia, Perù e Argentina e come detto qualificava una squadra soltanto. L’Argentina perse entrambe le partite in trasferta, vinse in casa contro la Bolivia e si ritrovò obbligata a vincere nell’ultima sfida contro il Perù.
Il 31 agosto del 1969 alla Bombonera si giocò appunto la gara decisiva. La generazione calcistica peruviana di allora è la migliore di sempre del fútbol andino e vantava calciatori del calibro di Teofilo Cubillas e Héctor Chumpitaz. Quella generazione d’oro porterà ad un ottimo cammino ai Mondiali messicani e alla storica Copa America vinta nel 1975. A guidare la spedizione c’era un brasiliano, ma non uno qualsiasi: Valdir Pereira, noto alle cronache calcistiche con il nome di Didi, che assieme a Vavà, Pelé, Garrincha e Zagalo compone la filastrocca più famosa della storia del calcio verdeoro e una delle linee d’attacco più leggendarie di tutti i tempi.
L’Argentina non è la solita Argentina e questo lo si vede dai risultati. L’impatto ambientale della Bombonera, che all’epoca non ha visto ancora vincere nessuna Copa Libertadores al Boca Juniors ma saprà accontentarsi con il tempo, non può aiutare una nazionale che non ha le forze per competere.
Come detto all’Argentina servono i 2 punti in maniera obbligatoria ma tra il 70′ e l’81’ arriva un uno-due terrificante: l’autore è Oswaldo Ramirez, ma tutti lo chiamano “Cachito”. E’ al secondo posto nella classifica di gol segnati nella storia del campionato peruviano, 195: non è un calciatore, è un’autentica macchina da gol e la sua doppietta porta clamorosamente il Perù ai Mondiali.
La partita poi verrà anche ripresa nel finale dall’Argentina che pareggerà per 2-2 grazie ai gol di Rendo e del difensore goleador per eccellenza Talbrecht. Il pari non basta, l’Argentina è fuori dai Mondiali. L’umiliazione è storica perché gli argentini fino ad allora si ritenevano i veri maestri del calcio e vittime di complotti per la non assegnazione di più Mondiali e per torti arbitrali giudicati scandalosi come quelli del quarto di finale del 1966 giocato contro l’Inghilterra, passato alla storia come “El robo del siglo“, il furto del secolo.
Il mito argentino svanito nel giro di 90′ porterà a diverse conseguenze nella storia del calcio albiceleste, a volte anche molto aspre e solo con l’arrivo del Flaco Menotti in panchina l’Argentina ritroverà la sua dimensione ed il suo approccio così amoroso con il gioco del calcio.
E così a 48 anni di distanza torna a giocarsi Argentina-Perù alla Bombonera. Forse avere i tifosi del Boca Juniors comporterà un’atmosfera irreale ed infuocata sugli spalti ma tornare a giocare quella partita in quello stadio sarà una grande spinta d’orgoglio anche per la nazionale peruviana che quasi mezzo secolo dopo ha di nuovo l’occasione di sbattere l’Argentina fuori dai Mondiali.
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