Era tanta l’attesa per l’esordio dell’Argentina che all’Arena Fonte Nova iniziava la propria Copa America affrontando la Colombia. L’Albiceleste, reduce dalla vittoria nell’amichevole contro Nicaragua (non proprio un test impossibile), cercava conferme importanti contro l’avversario più complicato del girone. I Cafeteros si presentavano a questo appuntamento dopo i successi contro Panama e Perù e con una nazionale (forse) mai così completa. Alla fine hanno vinto i ragazzi di Queiroz attenti nel primo tempo e cinici nella ripresa; tre punti fondamentali in vista delle prossime partite. Lo stesso non si può dire per l’Argentina già con le spalle al muro.
Una vittoria fondamentale per tanti motivi: arrivata contro l’Argentina (una delle favorite alla vittoria finale); maturata piano piano con la Colombia in grado di prendere sempre più consapevolezza dei propri mezzi. In fine Queiroz è stato semplicemente perfetto dal punto di vista tattico. Ma andiamo con ordine: battere la nazionale di Messi regala una spinta motivazionale importante per il proseguo della competizione. Ok, non sarà la miglior Argentina ma vincere in questo modo (senza mai soffrire) dimostra come Queiroz abbia a disposizione materiale di primo livello.
Abbiamo nominato Queiroz; il 4-3-3 messo in campo (con Cuadrado mezzala) poteva sembrare un suicidio ed invece si è rivelata una mossa vincente. L’attaccante della Juventus, infatti, ha dimostrato di poter coprire benissimo quel ruolo grazie ad un dinamismo che gli ha consentito di svolgere le due fasi senza problemi. Il continuo scambio di posizione con James Rodriguez ha mandato in tilt la difesa avversaria mentre il suo scalare per aiutare la propria retroguardia ha impedito alla trequarti Argentina di esprimersi al meglio. Impossibile non citare Duvan Zapata; l’attaccante dell’Atalanta continua la sua annata magica con un goal arrivato dopo cinque minuti dal suo ingresso.
La Colombia ha avuto pazienza; nel secondo tempo, infatti, i Cafeteros non sono andati all’arrembaggio ma hanno aspettato il momento giusto prima di colpire. Una caratteristica da non sottovalutare perché dimostra come i ragazzi di Queiroz siano perfettamente consapevoli della loro forza.
L’altra faccia della medaglia ci racconta di una nazionale con poche idee e priva di carattere. L’Albiceleste ha sbagliato tutto a partire dalla scelta di lasciare Messi, Di Maria e Aguero troppo soli sperando in qualche loro invenzione. Le stelle dell’Argentina, però, non hanno brillato e anche Scaloni è sembrato in confusione; l’allenatore, lasciando in panchina Dybala e Martinez, ha dimostrato di avere poco chiara la sua idea di nazionale. Bisogna ritrovarla in fretta perché giocando in questo modo non si va da nessuna parte.
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