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Un difensore dell’APOEL ha estratto la bandiera greca ad Ağdam

Cambiando tre uomini dall’undici iniziale e l’allenatore, l’APOEL Nicosia ha compiuto un’impresa memorabile. Non solo è uscito vincitore dal Tofiq Bahramov di Baku, impianto dedicato al guardalinee della finale Mondiale 1966, ma il punteggio sufficientemente ampio ha permesso di guadagnarsi l’accesso all’ultimo turno preliminare in cui incontrerà l’Ajax. L’aver brillantemente ribaltato l’1-2 del GSP Stadium di martedì 6 agosto ha un peso importante nell’economia dell’APOEL, acronimo di Aθλητικός Ποδοσφαιρικός Όμιλος Eλλήνων Λευκωσίας, dunque letteralmente ‘società sportiva calcistica greca di Nicosia’, specie sotto il profilo politico.

Dietro all’addio dell’italiano Paolo Tramezzani, sostituito dal 53enne tedesco Thomas Doll, ex tecnico di Ferencváros e Hannover, ci sono vari motivi. Arrivò a Cipro nell’ottobre scorso, diede una scossa alla squadra, vinse il campionato perdendo però la finale di Coppa contro l’AEL Limassol. A quel punto pensò all’addio, la dirigenza lo confermò salvo pentirsene dopo alcune scelte tecniche discutibili: il declassamento di Giorgos Efraim da titolare a riserva e – soprattutto – il rifiuto di convocare nel suo staff Nuno Morais. Portoghese di Panafiel ma per 12 anni all’APOEL (da quando nel 2007 lasciò il Chelsea), Morais s’era ritirato alla fine della stagione scorsa con 524 presenze, che lo resero lo straniero più presente di sempre del campionato cipriota, oltre che primatista di presenze in competizioni europee dell’APOEL (111 caps). I suoi 16 titoli vinti sull’isola ne fanno un idolo della tifoseria ed è per questo che, appena insediatosi, Doll lo ha espressamente richiesto.

In una situazione compromessa, a far propendere per l’esonero di Tramezzani è però stata la sconfitta casalinga maturata contro il Qarabag. Una sconfitta a cui Doll ha posto rimedio ribaltando il punteggio in Azerbaigian grazie al rigore del capitano Tomás De Vincenti e al sigillo del serbo Uroš Matić, fratello di Nemanja, prestato dal Copenhagen. Schierando un 3-5-2 compatto e dando minutaggio ai vari Roman Bezjak e Linus Hallenius, è arrivata l’impresa: «Quello che abbiamo fatto è così importante, c’era molta pressione ma ce l’abbiamo fatta – ha raccontato Doll alla stampa – non avrei potuto sognare un inizio migliore». «Ora per fortuna il prossimo avversario sarà facile – ha riso – naturalmente siamo estranei assoluti ma a volte nel calcio tutto è possibile». A fine gara, poi, tra i giustificati grandi festeggiamenti c’è stato quello del 35enne difensore centrale Giorgos Merkis, presentatosi in campo con una bandiera greca. Il motivo di quell’esultanza stava in un siparietto venutosi a creare in campo e raccontato alla stampa dallo stesso Merkis: «In un’occasione della partita ho chiesto un fallo, uno dei loro attaccanti si è girato e mi ha detto di non piangere come una donna. Gli ho risposto “non piango, sono greco”, e lui mi ha detto “ricordi cosa ti hanno fatto i turchi?”. Ho risposto dicendo “sì, lo ricordo, ma vedrai cosa ti accadrà oggi”. Ecco perché ho festeggiato con la bandiera greca».

In generale l’Azerbaigian è politicamente legato alla Turchia, con intraprende vari accordi commerciali sebbene rifiuti di considerare l’autoproclamata Repubblica turca di Cipro del Nord, formalmente per evitare ritorsioni diplomatiche da parte della Repubblica di Cipro. Il contrasto però tra l’anima greca dell’isola e la componente turca, con cui è spartita la capitale (Nicosia), ha trovato sfogo nel calcio. Negli anni non sono mancati scontri tra APOEL, Apollon, Neftçi Baku e Qəbələ, con annessi sventolii di bandiere greche da una parte e turche dall’altra. La tensione s’è più volte tramutata in scontri, tanto che nel post-partita la vittoria dell’APOEL non è stata propriamente accettata dai tifosi azeri, che hanno provato ad attaccare un autobus di tifosi gialloblù. Fortunatamente la rappresaglia, acuita dalla nazionalità turca del presidente del Qarabağ (Abdullbari Gozal) e del suo vice, s’è conclusa senza feriti.

Ecco di seguito il tabellino:
Qarabağ (4-1-4-1): Vagner; Medvedev, Sadygov, Mammadov, Aílton (dall’87’ Abdullayev); Míchel; Jaime Romero, Richard, Slavchev (dal 73′ Quintana), Zoubir (dall’81’ Gueye); Emreli. All: Qurbanov. A disp: Mahammadaliyev, Hüseynov, Rherras, Qarayev.
APOEL Nicosia (3-4-3): Belec; Merkis, Ioannou, Lafrance; Al-Taamari, Matic, Gentsoglou, Mihajlovic; Bezjak (dall’83’ Jakolis), Pavlovic (dal 73′ Lucas Souza), De Vincenti (dal 61′ Hallenius). All: Doll. A disp: Waterman, Kalogirou, Vidigal, Aloneftis.
Reti: 34′ rig. De Vincenti, 68′ Matic. Ammoniti: Mammadov, Richard (Q), De Vincenti, Al-Taamari (A). Espulso: Richard (Q) al 91′. Arbitro: Siebert (Germania)

Matteo Albanese

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