Il 9 luglio scorso, il piccolo Mjällby – club di Hällevik, una cittadina di sole 800 persone – metteva in difficoltà il Malmö FF in Coppa di Svezia. Il Malmö di quelle coppe ne ha vinte 14 nella sua storia e, unite ai 21 campionati di Allsvenskan (l’ultimo proprio a fine 2020) ne fanno il club più titolato di Svezia. Quella sera, nei 18° C dello Strandvallen, l’undici di Jon Dahl Tomasson è approdato comunque in finale di Coppa di Svezia, poi persa per 2-1 il 30 luglio contro l’IFK Göteborg. Ma il Mjällby ha ceduto solo ai rigori: qui, un ragazzo nato a Malmö, a 6 anni nelle giovanili del club e che a 21 anni sarebbe diventato campione di Allsvenskan, realizzzò con freddezza il suo tiro. “Sapevo l’avrei segnato, ne ero certo. Questa è la Rosengårdsmentaliteten“, disse a fine gara. Tradotto, una mentalità di Rosengård. La stessa di Ibra, per capirci.
Da Ibrahimović a Dzeko
Quel ragazzo è Anel Ahmedhodzic e nel 2004, quando Ibrahimović lasciava l’Ajax per la Juventus, è entrato per la prima volta nella scuola calcio del Malmö FF. Ha frequentato il liceo, poi a 16 anni ha lasciato la Svezia per l’Under 18 del Nottingham Forest e a inizio 2019 è rientrato in Scania. Ha firmato un quadriennale fino al 2023 e ha debuttato in un derby contro l’Helsingborg il 2 giugno 2019. Ceduto in prestito annuale in Danimarca, all’Hobro IK, nel gennaio 2020 è stato richiamato dopo soli sei mesi dal Malmö e di qui è cresciuto in fretta: ha esordito in Europa League nel febbraio scorso col Wolsfsburg e l’8 novembre ha festeggiato l’Allsvenskan. Oggi ha chiuso il cerchio: aveva segnato il primo gol del Malmö FF nell’anno solare 2020 (in amichevole contro i quasi omonimi dell’IFK Malmö, che però giocano in terza serie) e sempre contro l’IFK Malmö ha giocato la sua ultima partita col club. Sabato scorso, i primi 45’, prima che Tomasson lo sostituisse.
Tutti i riflettori erano puntati su Ahmedhodzic, che ammetteva seccato: “Non è stata una bella partita, ci siamo allenati per 5 o 6 settimane senza palla e abbiamo perso il ritmo”. Comprensibile: l’Allsvenskan si è conclusa il 6 dicembre, un mese dopo la naturale scadenza, slittata causa Covid-19. Ahmedhodzic aveva già in testa l’Italia e non solo per il 3-0 rifilato al Milan dall’Atalanta, sua prossima squadra, già ammirata in televisione. Si parla di 80 milioni di SEK, che ne farebbero il difensore più costoso d’Allsvenskan, superando l’ex capitano del Djurgården, Marcus Danielson, pagato 50 milioni dal Dalian cinese. Cifra alta, ma non per Ahmedhodzic, che ha messo a nudo un aspetto su cui lavorare (“a volte perdo la concentrazione”) raccontando poi: “Cosa farei se vincessi il campionato? Probabilmente andrei a casa a giocare a Fifa o a guardarmi un film“. E pensare che era contesto tra due nazionali: “Papà vuole la Bosnia, mamma vuole la Svezia”. Si era persino scomodato il c.t. scandinavo, Janne Andersson: “Non puoi chiedere a un quindicenne di scegliere per quale nazionale giocare…”. E dietrofront: giovanili in gialloblù, poi esordio con Dzeko e compagni.
Ahmedhodzic: un nuovo Jansson?
Il contratto col Malmö FF sarebbe terminato nel 2023 ma Ahmedhodzic, già premiato sia come miglior difensore dell’anno che come miglior giovane di Allsvenskan, era già sulla bocca di molti. Lo aveva detto il 26 dicembre Mathias Lühr, che a Fotbolldirekt aveva predetto i cinque nomi caldi che avrebbero potuto lasciare la Svezia in inverno: Anel Ahmedhodzic, Anders Christiansen, Isak Bergmann Johannesson, Sead Haksabanovic, Stefano Vecchia. Se Johannesson era nel mirino della Juventus, l’Atalanta aveva monitorato Haksabanovic. Ora a Bergamo andrà Ahmedhodzic, che con l’ex West Ham condivide la comune origine balcanica paterna: Mirsad Ahmedhodzic, il padre di Anel, già noto suo malgrado per una polemica con Markus Rosenberg.
Sì, perché Anel Ahmedhodzic, che i tifosi avevano già definito “un nuovo Patrik Andersson” o “un nuovo Pontus Jansson”, era già stato accostato a PSV Eindhoven, Milan e Chelsea. A quel punto, essendo nato a Malmö e militando nel Malmö FF, il ragazzo aveva scelto come suo agente l’ex icona del club, Markus Rosenberg. Che in autunno era stato fortemente attaccato da Mirsad Ahmedhodzic su un post (poi rimosso) su Facebook: “Separa mio figlio dai genitori per soldi. È sia un dilettante che un idiota, non fa il suo lavoro e vuole ingannarlo”. Il polverone ha portato non solo alla risposta di Rosenberg (“Se Anel pensa che io sia un idiota, può dirmelo da solo. Anche io sono padre, capisco l’orgoglio di vedere il successo del proprio figlio ma un genitore non dovrebbe intromettersi“) che di Anel stesso: “Sono deluso, scrivere cose del genere e dare a qualcuno dell’idiota non vuol dire supportarmi”. Chissà come avrà reagito al trasferimento del figlio a Bergamo…