Una stagione da incorniciare quella del Granada: meglio di così non si poteva fare, con una storica qualificazione in Europa che rappresenta un traguardo senza eguali, soprattutto se si considera la gioventù della proprietà e il fatto che la squadra fosse una neopromossa. Andiamo a scoprire i volti dell’anno magico degli andalusi.
Tanti gol, quasi sempre pesanti, un’autentica rivelazione di tutto il campionato: sembrava essere andato via da Siviglia per ridimensionarsi, invece ha trovato la squadra perfetta per diventare un calciatore importante nella massima serie. Ci si aspettava Soldado, è arrivato Carlos, tra l’enorme stupore del grande pubblico.
L’esperienza all’Udinese non era stata delle migliori, ma il talento e la velocità non mancano a questo ragazzo. Assieme a Yangel Herrera ha formato la colonia venezuelana del club, fondamentale per dare credito alla rincorsa europea della squadra. Può ancora dire tantissimo.
La stagione del Granada si è retta anche su una grandissima solidità difensiva e Germán Sánchez è stato sicuramente il più grande punto d’appoggio di questa squadra. Bene anche Domingos Duarte sul piano tecnico, ma a livello temperamentale c’è stato un unico grande leader in difesa.
Più che i peggiori in casa Granada è lecito di parlare dei più sfortunati, visto che la stagione non offre praticamente alcuno spunto negativo. Il terzino sinistro ha vissuto un vero e proprio calvario, per via della Sindrome di Haglund che di fatto lo ha messo KO per tutta la stagione: una presenza sola per un ragazzo a cui facciamo un grande in bocca al lupo.
Altro terzino a cui è andata malissimo la stagione: Quini ha giocato le prime quattro partite prima di subire un intervento al ginocchio, per poi ritornare per un altro breve spezzone di stagione prima di un gravissimo infortunio al crociato che gli ha impedito di tornare in campo.
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